Cristina Donadio, chiacchiere dal sofà: «Uso i ricordi per scacciare la noia»

Cristina Donadio: chiacchiere dal sofà e consigli «anti noia» #IoRestoACasa
Cristina Donadio: chiacchiere dal sofà e consigli «anti noia» ​​ #IoRestoACasa
di Salvio Parisi
Sabato 4 Aprile 2020, 15:41 - Ultimo agg. 15:50
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La curva epidemica registra oggi un leggero appiattimento, ma la catena del contagio è ancora ben aperta. Il virus non tiene conto di appartenenza, credo politico, ceti, razze, cultura, religioni o provenienza: quindi l’unico modo per combattere la pandemia è stare a casa!
Siamo e restiamo a casa.
 
E quest’oggi nella rubrica di interviste telefoniche «da sofà a sofà: #IoRestoACasa» parliamo con Cristina Donadio, popolare attrice partenopea di teatro, cinema e serie tv (così come concorrente di Amici Celebrities 2019), personalità poliedrica, energica e veramente rock: non ha bisogno di presentazioni.
 

 

Allora Cristina,
il mondo dello spettacolo, il cinema, il teatro e persino l’entertainment televisivo sono in stallo. Come stai utilizzando questo tempo di stand-by per i tuoi progetti professionali?

Amaramente vero! Debutto programmato il 25 marzo, ma dopo un’iniziale sospensione, abbiamo purtroppo interrotto (almeno fino alla risoluzione del DPCM) le prove al Mercadante de “La Chunga” di Mario Vargas Llosa (Nobel per la letteratura 2010) insieme a Francesco Di Leva, Antonio Gargiulo, Irene Petris, Simone Borrelli, Antonio Gargiulo e Daniele Orlando con la regia di Pappi Corsicato.
 
Ma al di là del tuo quotidiano lavorativo, proviamo a entrare in qualche anfratto o curiosità del tuo # IoRestoACasa. Sei una persona instancabile e dinamica: raccontaci una cosa davvero inusuale e inedita che ti accade in questi giorni di “restrizione casalinga”.
Dopo oltre tre anni di turbillon lavorativi e frenetiche trasferte, ho trovato finalmente il tempo e la maniera di un “reset” dei pensieri, una pulizia nelle scatole della memoria, nei cassetti dei ricordi, di “abiti” sia di scena che di vita o di errori in attesa di esser cestinati, un’osmosi preziosa tra anima e realtà, tra professionale e spirituale.

…Che cosa ti rilassa in fondo?
Ma proprio questa lenta purificazione: come un esercizio, un mantra poco per volta, giorno dopo giorno. Comincio a sentirmi più essenziale, leggera, recettiva…
 
Un tuo vezzo ai fornelli o dolceforno?
Ah, anzitutto io “salato” forever!
Anche in cucina mi piace inventare, abbinare, mixare e tirare fuori piatti, pot-pourri o ripieni da forno. “Olive & capperi” che passione: l’altro giorno ho improvvisato uno “scammaro” my way con olive nere, capperi, pistacchi e pinoli… che buono, arruscato e golosissimo!
 
Imprescindibile sondarti sulla lettura.
Nell’intimo e nella testa di un artista esiste davvero un “guardaroba” di riflessioni, idee e sentimenti: ci sono i cassetti di parole e di testi con sguardi, pianti, risate e poi ci sono le crucce di personaggi, presenza, di gesti, di passi, ma anche le mensole coi libri mai letti o non terminati, le canzoni rievocative o i film da rivedere e le piece icompiute.
Ho ripreso in questi giorni alcuni libri che avevo da tempo sul comodino: “Fuochi” della Yourcenar, da cui spesso ho tratto input per il mio lavoro e veri spunti di vita, poi “Frammenti di un discorso amoroso” di Roland Barthes, uno splendido saggio, un vero e proprio manuale sull’innamoramento, e ancora “Trilogia della città di K.” di Ágota Kristof, poi un ultimo, “Il bufalo della notte” di Guillermo Arriaga, che ha una storia particolare; ricordo di averlo acquistato perchè istintivamente attratta dalla copertina col primo piano su fondo nero di un ragazzo dallo sguardo intenso e misterioso, ma solo tempo dopo ho letto dell’autore, che coi suoi tre racconti “Amores perros”, “21 grammi” e “Babel” ha ispirato l’omonima e famosa “Trilogia sulla morte” del regista Alejandro Gonzalez Inarritu (anche lui messicano), che io ho adorato: tutto torna!

Sulla tv.
Su piccolo e grande schermo, invece: due grandi serie tv, “Narcos” e la quarta stagione de “La casa di carta”, ma nella mia passione per gli anni ’70 ho rivisto di gusto “Casinò” con De Niro e Sharon Stone, in cui Scorzese dipinge con graffio inconfondibile Las Vegas e l’America di quegli anni, la vita border line, la malavita organizzata...

E sulla musica.  
Dunque, musica: come vivere senza? Di solito mi lascio guidare dalle sensazioni del momento, ma ho quattro pezzi della mia anima rock di cui non potrò mai fare a meno: il primo è “Memory Motel” dall’album Black and Blue dei Rolling, poi “Coming back to me” dei Jefferson Airplane, “It’s all over now baby blue” degli Animals e infine “Spaccami il cuore” di Paolo Conte interpretata da Mia Martini (che amo spesso cantare).
 
Capitolo web & social.
Stories su instagram, video-aperitivi su skype, esibizioni su tiktok, tutorial su youtube e dirette su facebook: è obbligatorio mostrarsi o postare qualcosa?

…C’è un virus anche nei social: si comunica oramai solo via web e social, persino la politica twitta, posta e pubblica di continuo …quanta propaganda elettorale!
Siamo diventati tutti opinionisti in continua attività: sempre pro o contro qualcosa e qualcuno. Così come in questi giorni autori o bersaglio di aggiornamenti h24 con ogni interpretazione di sviluppo del contagio.
A volte mi sembra davvero troppo: lo percepisco come una violenza.
Faccio un paragone: in teatro chi sta in palcoscenico rompe la quarta parete che lo separa dal pubblico, fosse anche di pochissime persone, e si rapporta prorio materialmente con le persone; la rete e i social hanno edificato una parete invalicabile, lo schermo è uno scudo, una rete, ma anche una gabbia e un ostacolo inoppugnabili.
 
Questa «Italia Unita 3.0»… ti commuove, ti fa sorridere o ti interroga?
…Mmmhh, sono un po’ perplessa. Sarò impopolare, ma mi chiedo in quanti dopo lo tsunami del coronavirus scenderanno per strada ad aiutare, amare, soccorrere e donare: temo che solo chi è sempre stato solidale e generoso continuerà ad esserlo, ma chi non lo è stato prima non lo sarà dopo. Questo sentire comune, quest’improvviso spirito patriottico da balcone, da inni corali e tricolore sventolati con orgoglio a tratti stona, stride… mi ritorna quasi con fastidio.
Ma spero sinceramente che quando l’epidemia sarà passata, io mi sarò sbagliata e… mi commuoverò!
 
Solidarietà e volontariato: crowdfunding per i nosocomi, per la ricerca o per la protezione civile e aiuti (la “spesa”) per i nuovi bisognosi o ancora contro l’abbandono degli animali domestici  (“presunti” portatori del virus): si fa e non si dice, ma si deve donare, aiutare e suggerire di farlo…
Prima ho auspicato meno social, ma altra cosa è testimoniare solidarietà e promuovere volontariato o sostegno umanitario, per i quali la rete arriva prima e meglio: ecco perché anch’io in queste settimane ho sentito la necessità e il dovere da persona pubblica di dare il mio contributo, prestandomi a molte di queste iniziative.
 
Una delle frasi o immagini più impressionanti che hai letto o visto nella «pagina di storia» che stiamo scrivendo.
…«Nessuno si salva da solo»: Papa Francesco solo nella piazza immensa con la pioggia silenziosa. Fragilità e forza, commozione e annullamento. È già storia.
 
E ora una tua idea e suggerimento «anti-noia» per restare a distanza dall’ansia coronavirus e dal clima indolente di queste giornate.
In questo momento di sospensione per me è importante vivere il presente riutilizzando il passato, la memoria, come un guscio, come scudo e àncora: invito tutti riscoprirsi in piccole cose dimenticate, riaprire album di fotografie, rileggere le poesie della vita, i libri del cuore o riascoltare le colonne sonore della nostra giovinezza, della nostra storia…
 
Non dirci la prima cosa che vorrai fare per il restart, ma ti chiedo:
allora... la bellezza salverà il mondo?

Certo! C’è una bellezza in questi giorni: l’aria profuma, il mare è trasparente e la luce tersa, la natura è tornata a respirare.

È questa la bellezza assoluta e… sì che salverà il mondo.

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