Bowie, la mostra a Napoli in anteprima: con Iggy Pop viaggiatore del rock

Bowie, la mostra a Napoli in anteprima: con Iggy Pop viaggiatore del rock
di Federico Vacalebre
Venerdì 23 Settembre 2022, 09:47
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Il «viaggiatore attraverso i bassifondi della città» era Iggy Pop, ma «The passenger» è il titolo scelto per la mostra su David Bowie che apre domani al Pan, dove resterà sino al prossimo 29 gennaio. D'altronde si tratta di uno zoom, attraverso le foto di Andrew Kent, su un particolarissimo periodo della vita di David Robert Jones (Londra 8 gennaio 1947 New York 10 gennaio 2016), quello tra il 1976 e il 1977 in cui l'Iguana ebbe moltissima parte. L'ex Ziggy Stardust, imbottito di cocaina, e non solo, era stanco dell'America che pure gli aveva dato la fama, era stanco del suo passato tra glam e «plastic soul», era pronto a cambiare per l'ennesima volta pelle, diventando il Duca Bianco. L'esposizione, organizzata da Navigare Arte e Cultura, lo segue on the road: eccolo il «viaggiatore», che ai bassifondi stavolta preferisce la Russia, Berlino, naturalmente, e poi via via le date di un tour importante, di un periodo fondamentale, che vede il rocker intraprendere anche la carriera di attore con «L'uomo che cadde sulla Terra» di Nicolas Roeg.

Kent ha appena iniziato a seguire Bowie, nelle bacheche ci sono anche le note spese che presentava per acquistare i rollini e quant'altro gli serviva, sarà al suo servizio sino al 1978.

Da New York a Genova, da Parigi a Helsinki, da Berlino a Mosca, su treni e su palchi, nella Piazza Rossa o nei club più esclusivi, David ha al fianco, appunto, Iggy, che come Lou Reed lo ha ispirato, e come Lou Reed ringrazia producendolo e rilanciandolo. David è sempre elegantissimo, Iggy selvaggio e casual. David cambia abito a ogni passo, è perfetto anche al trucco nella sua camera d'hotel; Iggy ha sempre la stessa maglietta, lo stesso jeans. Eppure sono due facce della stessa medaglia, hanno scoperto in Berlino il loro nuovo centro di gravità non permanente. David porta Iggy con sé nel tour di «Station to station», nella città divisa dal Muro insieme cercano di liberarsi di dipendenze diverse ma egualmente drammatiche, insieme mettono mano a dischi destinati a entrare nella storia. Bowie cesella la trilogia composta da «Low» (77), «Heroes» (77) e «Lodger» (79); l'ex Stooges grazie all'aiuto dell'amico torna all'apice della popolarità con «The idiot» (77) e «Lust for life» (77, trascinato al successo, appunto, da «The passenger»).

Kent scatta, è attento alle facce del pubblico (i visitatori potranno fotografarsi al Pan «in mezzo» alla folla che accoglie il divo al suo ritorno londinese) come a quelle dei performer; in un sala scorrono i filmati dei concerti di quel periodo, in un altra le immagini dei panorami attraversati dalla carovana bowiana. Vittoria Mainoldi impagina la mostra con copertine di dischi, poster, riviste, libri, memorabilia... C'è una copia di A grave for a dolphyn, il romanzo di Alberto Denti di Pirajno che ispirò il testo di «Heroes». C'è la storia del braccio alzato che il 2 maggio 1976 alla stazione londinese Victoria causò un polverone massmediatico con stupide accuse di filonazismo. C'è la foto di copertina di «The idiot» che persino Wikipedia attribuiva a Kent. E, invece, era il viaggiatore Bowie che aveva ritratto l'amico «passenger» Iggy.
Ps. Dal 26 al 28 settembre arriverà in sala «Moonage daydream», documentario di Brett Morgen sul camaleonte del rock. La mostra al Pan può essere usata come antipasto o come digestivo, scegliete voi.
 

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