David LaChapelle a Napoli, un debutto fantastico al Maschio Angioino

David LaChapelle a Napoli, un debutto fantastico al Maschio Angioino
di Giovanni Chianelli
Domenica 17 Ottobre 2021, 11:00
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«Non sono schiavo né della moda, né delle celebrità. Sono nelle condizioni di dire no a chiunque e di potere fare foto che non riguardino solo il vestito o la marca che si pubblicizza». Diceva così, David LaChapelle, dopo aver immortalato divi come Michael Jackson, Madonna, Marilyn Manson, Liz Taylor, Benicio Del Toro. Foto surreali, caratterizzate da colori accesi, fluo, atmosfere oniriche, bizzarre. Barocche, eccessive, fedeli all'intento di un artista che vuole usare la fotografia come un'accusa alla modernità nel nome dell'ironia. Nato nel Connecticut nel 1963, a 17 anni allievo di Andy Warhol ed enfant prodige della fotografia, accompagnerà a Napoli la sua prima esposizione, che per adesso per titolo porta il suo nome e cognome, dall'8 dicembre a fine gennaio al Maschio Angioino. La mostra è ideata da Ono Arte e Contemporanéa e prodotta da Next Exhibition; la scelta degli scatti e l'allestimento sono a cura di Vittoria Mainoldi e Mario Martin Pareja.

Oltre 50 opere, collocate nella cappella palatina, costruiscono un percorso site specific che è composto, per la maggior parte, da immagini inedite.

La mostra presenta un'indagine «panoramica» su tutto il lavoro dell'artista trattando i momenti salienti della sua carriera, dal 1980 a oggi. Oltre alla selezione di opere mai esposte prima ci sono alcuni di quelli che vengono ritenuti i suoi capolavori, oltre a diverse anteprime.

Tra le novità scelte per l'esposizione partenopea, alcuni dei negativi fotografici dipinti a mano, realizzati negli anni '80 da LaChapelle quando l'artista, adolescente, esplorava le idee della metafisica e della perdita, sullo sfondo della devastante epidemia di Aids. La malattia lo colpiva nei valori estetici: «Ad un certo punto, negli anni 80, ho iniziato a chiedermi dove il bello andasse a finire» disse, in riferimento ad un ragazzo di 23 anni, un ballerino che in pochi mesi si era «trasformato in un vecchietto» a causa della malattia.

I negativi faranno parte di un'installazione e si misureranno con opere mai esposte in Italia come «The house at the end of the world» del 2005, «Virgin Mary» del 2021 e «Behold», del 2017, simbolo della mostra, in cui un Cristo dipinto di blu ha una corona di spine dai toni shocking e sullo sfondo la natura delle Hawaii. 

Tra le opere più conosciute vedremo «Deluge» (2007), in cui LaChapelle reinventa il diluvio biblico, ambientandolo a Las Vegas, traducendo e rendendo contemporanea l'affresco di Michelangelo nella Cappella Sistina; e «Rape of Africa» (2009) che vede la modella Naomi Campbell nel ruolo di Venere in una scena di ispirazione botticelliana, ambientata nelle miniere d'oro africane.

A causa di scatti come questi LaChapelle è stato al centro di polemiche: l'accusa era quella di veicolare messaggi «sociali» tramite le nudità di figure celebri.

In mostra verranno anche presentate delle opere tratte dalle serie «Land scape» (2013) e «Gas» (2013), progetti di natura morta in cui LaChapelle assembla oggetti comuni per creare raffinerie di petrolio e stazioni di servizio, con l'obiettivo di presentarle come «reliquie, in una terra reclamata dalla natura».

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