Enzo Capasso investe ancora nel suo quartiere: l'ex ragazzo di Nisida apre un nuovo locale

Enzo Capasso investe ancora nel suo quartiere: l'ex ragazzo di Nisida apre un nuovo locale
di Enrica Buongiorno
Martedì 9 Agosto 2022, 15:59
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La sua storia commosse due anni fa i salotti tv. Dalla Balivo a Magalli, tutti cercavano quel ragazzo che dopo un passato difficile era riuscito a riscattarsi, da Nisida ad un locale tutto suo. Enzo Capasso, classe '89, inaugurò tre anni fa la pizzeria “Casa Capasso” in via dei Tribunali, nel quartiere dove era nato. Oggi si espande, aprendo una sala accanto con 25 coperti in più, per un totale 70. "Si era liberato il locale affianco e allora ho pensato di investire quello che guadagno qui nel mio quartiere. La gente vuole scappare da qui, invece io resto, lavoro e vivo ai Tribunali", racconta con determinazione Enzo.

I suoi piani prevendono anche prossimamente una sprizzeria sempre a due passi dalla pizzeria, e proprio di fronte ha rilevato sei distributori automatici h24 di bibite e tramezzini: «Così quando i tutti sono chiusi do l’opportunità di acquistare una bottieglietta d’acqua e uno snack».

Nei mesi scorsi lanciò un appello perché non trovava personale. «Oggi finalmente li ho trovati anche se io resto sempre dietro al bancone della pizzeria. Li ringrazierò sempre perché fanno l’80% del lavoro, grazie ai loro sforzi io riesco a crescere e dico ai miei colleghi imprenditori di premiarli sempre di più, tutelarli, sono stato anche io dipendente e conosco i sacrifici che si fanno per andare avanti".

Due anni di pandemia non hanno frenato la voglia di rivincita di questo ragazzo che oggi riceve richieste per aprire il suo “Casa Capasso” anche a Roma e Milano. «Mi lusingano, valuterò a settembre il da farsi».

Una grinta che viene dal duro passato. A partire da un’adolescenza difficile, colpa di un padre che lo abbandonò al suo destino per dedicarsi al gioco d’azzardo, e una mamma che, dopo tanti sacrifici per portare avanti la famiglia morì nel 2005 per una trasfusione di sangue infetto. Enzo a 16 anni era praticamente solo, costretto ad abbandonare gli studi per lavorare e per “portare soldi a casa”. Ma qualche amicizia sbagliata lo conducono ad essere arrestato il flagranza di reato per una rapina.

«Gli anni di Nisida – racconta Enzo – sono stati duri. Nessuno veniva a trovarmi, solo la mia fidanzata Marianna. Ricordo che il giudice Marina Ferrara era cattivissima con me, non voleva farmi uscire più. Pensavo di aver rovinato per sempre la mia vita, ma mi diedero 48 ore di tempo per uscire e trovare un lavoro". E allora lì la vita svolta, Enzo sposa la sua fidanzata, inizia a lavorare al Pomodorino di Piazza Municipio poi da For o mar sul Lungomare fino a quando decide aprire “Casa Capasso” nello stabile dove vive con la sua famiglia, con moglie e due figli. "Il mio più grande successo? Sapere che mio figlio andrà al liceo perché da grande sogna di fare il medico».

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