«Ethne - le danze dal mondo»: sette spettacoli all'Edenlandia

«Ethne - le danze dal mondo»: sette spettacoli all'Edenlandia
di Alessandra Farro
Martedì 7 Settembre 2021, 18:55
5 Minuti di Lettura

Hip hop, flamenco, tango, salsa, tarantella, danza del ventre e capoeira: dal 15 al 30 settembre l’Edenlandia balla con “Ethne – Danze dal mondo”, sette spettacoli gratuiti in due fasce orarie (19 e 20), sotto la direzione artistica di Beatrice Baino e Giorgio Rosa, organizzato e prodotto da Mestieri del palco, Crasc e Le streghe del palco.

Ethne” si propone di raccontare le peculiarità di ogni ballo, offrendo al pubblico una nuova prospettiva su ciò che pensava di conoscere, che aveva curiosità di approfondire, o che non aveva mai visto. Ogni danza racconta la storia di un popolo che spesso s’incontra con un altro, formando qualcosa di nuovo

 

Programma

Mercoledì 15 – HIP HOP

È nel Bronx, quartiere newyorkese, dove negli anni 70 ha origine l’hip hop. Cuore del movimento, il fenomeno dei Block party: feste di strada, in cui i giovani afroamericani e latinoamericani interagivano suonando, ballando e cantando a ritmo di questa nuova musica. Parallelamente il fenomeno del writing ha contribuito a creare un'identità comune nei giovani, che vedevano la città sia come spazio di vita sia come spazio di espressione.

La scuola “Unconditional love for dancehall”, diretta da Kristina Ricciardi e dedicata alla cultura giamaicana, è un progetto napoletano, che ispira i ragazzi allievi alla stessa ricerca di creatività ed espressione.

Coreografa: Kristina Ricciardi

Ballerini: Vincenzo Cerullo, Aurora Cerullo, Alessia Acunzo, Monica Anzalone, Simona Gagliotta, Giordana Trombetti, Mariolina Berte, Tina Iorio, Titti Arbucci, Sara Mondi, Veronica Mandile, Francesca Volpe

Giovedì 16 – FLAMENCO

L’Andalusia è la terra natia del Flamenco. Nato alla fine del Settecento come un'esigenza di sfogare gioie e dolori in un linguaggio intimo e privato, il flamenco è formato dalla musica, dal ballo e da un canto all’apparenza stonato, eseguito senza l'accompagnamento della chitarra, avvalendosi soltanto di supporti ritmici corporali, come il battito dei piedi sul terreno, delle mani oppure delle nocche sul tavolo. Con il passare dei secoli, il flamenco è arrivato in Italia, il prossimo venerdì all’Edenlandia con “Una vez màs” con Manuela Iannelli, ballerina, insegnante e coreografa di flamenco formatasi con maestri internazionali tra Madrid e Siviglia, e Antonio Campaiola, ballerino, insegnante e coreografo di stampo accademico, che ha approfondito la sua formazione in Italia, Germania e Spagna nelle discipline classica, contemporanea e flamenca.

Venerdì 17 – TANGO

Terza tappa: Río de la Plata, Argentina. Il tango è nato proprio qui, come espressione popolare e artistica. Nessuno, però, sa chi abbia dato il nome di tango a questo ballo, né si sa esattamente perché si chiami in questo modo. Il tango veniva considerato un ballo peccaminoso per la religione cristiana, in special modo per il fronte cattolico che ne auspicava l'abolizione. A portare questo ballo nel parco divertimenti è la coppia di tangueri formata da Oxana Matskevich e Vincenzo Caiazzo, attualmente insegnante presso il V.OX Tango e varie associazioni italiane per seminari e perfezionamenti. L’obiettivo primario quello di insegnare, a tutti coloro che si avvicinano al Tango, il modo più appropriato per stare in milonga, le regole comportamentali legate ad una importante tradizione tanguera, il giusto approccio pratico per poter ballare ed improvvisare con tutti, professionisti o semplici amanti del tango e interpretare e capire la musica insieme.

Giovedì 23 – SALSA

Il nome stesso del ballo protagonista della quinta tappa indica la sua "mescolanza" di ritmi e sonorità musicali: la salsa. Ballo caraibico nato nel quartiere portoricano di New York, (e divulgatosi poi nell' arco di tutto il centro-America) al principio degli anni 60, deriva dal Son Cubano che, a sua volta ha origine a Cuba, intorno alla fine del XIX secolo. La salsa si sviluppa in vari stili che si differenziano principalmente per gestualità, figure, ramificazioni musicali di stampo culturale. Sono le musiche, le tecniche e le movenze delle danze caraibiche ad aver affascinato i giovani allievi di Anna De Biase e che li ha spinti a trasformare un momento di spensieratezza e divertimento in disciplina. Il progetto di danze caraibiche nasce all'incirca tre anni fa con molto entusiasmo da parte dei ragazzi per la curiosità di provare un nuovo stile.

Ballerini: Alessandra Sepe, Davide Festa, Erika Tostola, Carlo Priore, Anastasia Hasynets, Mattia Desiderio, Annita Cimmino, Vincenzo Cerullo

Venerdì 24 – TARANTELLA

Per la sesta tappa, un ritmo familiare: la tarantella. Originatasi probabilmente nella provincia di Taranto, nel XIX secolo la tarantella è divenuta uno degli emblemi più noti del Regno delle Due Sicilie e il suo nome ha sostituito i nomi di balli diversi preesistenti di varie zone dell'Italia meridionale, diventando così la danza italiana più nota all'estero. Il nome "tarantella" deriva da "taranta", un ragno velenoso diffuso nell'Europa meridionale e in particolare nelle campagne di Taranto, da cui prende il nome. In quelle zone il ballo della tarantella è in parte legato alla terapia del morso della tarantola. La tradizione affidava al veleno di questo ragno effetti diversi, a seconda delle credenze locali: malinconia, convulsioni, disagio psichico, agitazione, dolore fisico e sofferenza morale. La danza era la medicina per tornare a vivere, così come per Flora Scarpati, Federica Sibio e Michela De Felice, ballerine professioniste dell’associazione MIA DANZA ASD.

Mercoledì 29 – DANZA DEL VENTRE

La danza del ventre, (in arabo raqs sharqi, رقص شرقي, danza dell'est) è originaria del Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto e dei paesi arabi, tradizionalmente praticata dalle donne poiché esprime interamente femminilità, vitalità e sensualità. La maggior parte degli esperti attribuiscono l’effettiva origine della danza orientale alle cerimonie religiose praticate dalle donne dell’antica Mesopotamia in onore alla dea-madre Ishtar. Le movenze cercavano quindi di imitare le forme e i ritmi della natura. Gli Europei scoprono la sensuale danza orientale solo nel XIX secolo, ma quella che si diffuse in Occidente era una danza quasi del tutto spogliata da ogni residuo di sacralità. Maria “Shisha”, appassionata e studiosa delle danze popolari ed orientali, restituisce alla danza del ventre l’antica magia propiziatoria e di devozione alla fertilità della natura ed alla magia del corpo femminile, insieme al violinista Edo Notarloberti.

Giovedì 30 – CAPOEIRA

Il viaggio ballato intorno al mondo si conclude a Bahia, in Brasile, terra natia della capoeira. È in realtà un'arte marziale, caratterizzata da elementi espressivi come la musica e l'armonia dei movimenti (per questo spesso scambiata per una danza). Trae le sue origini dalla mescolanza di rituali di lotta e danza di alcune tribù africane già colonie dei portoghesi: gli schiavi africani, destinati alle piantagioni, si allenavano nei combattimenti dissimulando la lotta con elementi di danza, al fine di non insospettire i colonizzatori.

È praticabile da uomini, donne e bambini, sviluppa lo spirito di gruppo e contribuisce alla formazione del carattere in un ambiente allegro e piacevole. Per questo è anche uno strumento pedagogico d’inclusione sociale molto utilizzato in Brasile per il recupero dei ragazzi di strada, modello poi importato a Napoli dagli insegnanti Giovanni Coraggio (in arte Tatú) e di Fernando Severino da Silva (in arte Alemão); con la loro Associazione Sportiva Dilettantistica denominata CapoeiraNapoli continuano il lavoro nelle palestre e nelle scuole.

 

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