Farmacopee: successo della seconda tappa a Piazzetta Duca D'Aosta

foto di Antonio Caporaso & Jacopo Naddeo
foto di Antonio Caporaso & Jacopo Naddeo
Sabato 16 Ottobre 2021, 17:34
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Grande partecipazione per l’originale rassegna Farmacopee, con oggetti d’arte in mostra nella sede della Farmacia dei Golfi in Piazzetta Duca D’Aosta. Il progetto, che si avvale dei testi critici di Marcello Francolini e del prezioso contributo della Professoressa Margherita Romano, è giunto al suo secondo appuntamento con la bi-personale di Rosanna Iossa e Vittorio Vanacore.

Rosanna Iossa e Vittorio Vanacore

Dieci in totale gli autori che hanno aderito al progetto Farmacopee chiamati a lavorare ex-novo ad un’opera il cui prerequisito deve essere, giocoforza, la portabilità. Nello specifico, Iossa presenterà “Intra Vesuvium et mare", lavoro in tecnica mista, dove spicca un attento uso del coquillage. Un letto di un fiume, come lo immagina Francolini, il cui vuoto rappresenterebbe per analogia lo stesso vuoto che persiste tra il Vesuvio e il mare, uno spazio simile all’attesa. Invece, Vanacore con il suo “ Sfratto Matto” pone attenzione sulla spazialità dell’opera/oggetto, intesa come definizione dei propri margini. 

Farmacopee, ideata e promossa dalla Famiglia Di Martino, titolare della rete di farmacie campane, da sempre ambasciatrice di iniziative solidali e di promozione culturale, nasce con un duplice obiettivo: riflettere sul delicato rapporto tra salute fisica e mentale, specie dopo il “grande shock” inferto dalla pandemia; dall’altro accendere i riflettori su un’area tanto bella quanto trascurata del centro di Napoli, quale quella dei gradini Conte Mola, una scalinata storica ad angolo dell’elegante teatro Augusteo, che passando per via Speranzella, conduce ai Quartieri Spagnoli. Dal greco antico phármakon "farmaco" e  poiéō "fare" ovvero l’arte di preparare i farmaci, il progetto pone accento sulla complessità della società attuale, che riconosce sempre più l’opportunità di riservare dei momenti dedicati all’arte, travalicando quelli che sono gli spazi convenzionalmente deputati all’esposizione delle opere.

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