La forza di Ludovica Bizzaglia: «Il mio girl power un inno alla vita per amarsi di più»

La forza di Ludovica Bizzaglia: «Il mio girl power un inno alla vita per amarsi di più»
di Giovanni Chianelli
Venerdì 3 Maggio 2019, 11:30
3 Minuti di Lettura
Ludovica Bizzaglia il titolo per il libro lo aveva in testa da un bel po'. Da quando aveva quattordici anni le frullava in testa una frase, Abbi cura di splendere, che ora diventa il suo primo romanzo che presenta oggi alle 18 da Feltrinelli di piazza dei Martiri.

Il firmacopie a seguire sarà impegnativo: la Bizzaglia, ventiduenne, attrice cinematografica e televisiva tra i protagonisti della soap «Un posto al sole», conta più di 800.000 follower su Instagram. La sua fama è legata alla difesa della donna, un femminismo 2.0 rivolto soprattutto alle giovanissime: «Avere tanto seguito sui social è una responsabilità, cerco di dare una mano a chi non si accetta». Il libro racconta la vicenda di Luce, giovane donna da cui tutti si aspettano qualcosa: la madre, il fidanzato che non l'ha mai saputa ascoltare, le amiche che pendono dalle sue labbra. E lei è quel tipo di persona che vorrebbe tenere tutto insieme. Un ragazzo, conosciuto in spiaggia, le mostrerà la via, che ha a che fare con i sogni e i loro prezzi.

Partiamo dal titolo.
«Un inno alla vita e ad amare se stessi. Anche un'ancora di salvezza, per me. Scrivo questa frase ovunque da quando avevo 14 anni, me la sono persino tatuata sulla schiena. Quando la De Agostini mi ha chiamato per realizzare il romanzo non ho avuto dubbi, è uno di quei casi in cui è nato prima il titolo del libro».
 
Come è diventata scrittrice?
«In casa editrice avevano notato il mio impegno sui social network nel cosiddetto girl power. Cerco di sfruttare la mia popolarità per lanciare messaggi come l'autoaccettazione, il fare delle proprie caratteristiche una forza. Devo dire che ho avuto riscontri, con molte adolescenti che mi dicono di averle aiutate a sconfiggere momenti difficili. A volte in fasi di anoressia o bulimia».

Il libro?
«È un romanzo di formazione, una storia inventata anche se mi è venuto naturale inserirvi elementi autobiografici. Le tematiche che affronto sono comuni a molti adolescenti di oggi: il bullismo, l'omosessualità e i disturbi alimentari. Alla fine del romanzo la protagonista si troverà ad affrontare scelte dure, che poi la porteranno a coronare un sogno. Cerco di dare uno sfondo di speranza con un motto: la luce delle stelle esiste e la vita è meravigliosa».

Credente?
«No, anzi. Sono contraria alla Chiesa e alle sue imposizioni. Mi sono sempre trovata accanto alle battaglie per i diritti civili, non potrei accettare dottrine che li reprimono. Credo nella reincarnazione, però».

È una lettrice?
«Sono più una divoratrice di film, anche se quando un libro mi conquista non c'è verso, lo divoro. Amo le biografie, ora sto leggendo quella di Michelle Obama. È una storia magnifica, ma io sono una fan sfegatata dell'ex coppia presidenziale degli Usa. Leggo e guardo serie tv in inglese».

Quando ha deciso di diventare attrice?
«A 6 anni già facevo un corso di recitazione. Quando qualcuno mi chiedeva cosa volessi fare da grande indicavo la tv. A dieci ho già debuttato al cinema, perciò mi sento molto fortunata a fare il lavoro che ho sempre sognato».

L'esperienza di «Un posto al sole»?
«Credo di somigliare molto alla figura che incarno, Anita. Con una differenza: lei è stata abbandonata dalla famiglia, la mia invece mi ha sostenuto. Siamo entrambe impulsive, però. Specie nelle scelte di cuore».
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