«Caina» al Nest di Napoli: la favola nera sul dramma dell'immigrazione

«Caina» al Nest di Napoli: la favola nera sul dramma dell'immigrazione
Sabato 12 Febbraio 2022, 13:28
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Dopo aver vinto diversi premi ai festival internazionali di mezza Europa, torna nelle sale il film «Caina», la favola nera sul dramma dell'immigrazione prodotto nel 2018 dalla casa cinematografica Movieland production ed oggi promosso dall'Associazione Anthos.

Una pellicola che racconta la storia di chi non ce la fa ad attraversare il Mediterraneo per raggiungere le coste italiane. La pellicola sarà proiettata oggi, sabato 12 febbraio, alle ore 19, al Nest – Napoli Est Teatro di Napoli, nell'ambito della rassegna «Cinematopedia» organizzata dall’Associazione Callysto Aps per sostenere le giovani generazioni in un’ottica di sviluppo europeo. L'ingresso sarà gratuito e il pubblico dovrà essere munito di greenpass e mascherina ffp2.

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«È importante che il film venga mostrato alle nuove generazioni – afferma Salvatore Suarato, imprenditore e produttore cinematografico – affinché i giovani possano sapere, anche se in maniera cruda, che la traversata del Mediterraneo per molti è un viaggio di speranza, ma per tanti migranti è solo la porta verso la morte.

Solo così si può promuovere la vera integrazione».

Il film «Caina» è al centro del progetto «La voce di Abdul», un'iniziativa molto più ampia organizzata dall'associazione Anthos, che parte dalle carceri e punta al reinserimento sociale dei detenuti, attraverso una mostra d'arte e corsi di formazione professionale, teatrali e di filmaker che apriranno le porte del cinema a nuove figure lavorative essenziali dietro le quinte delle produzioni cinematografiche. Un progetto partito dalla casa di reclusione di Sant'Angelo dei Lombardi e dal penitenziario minorile di Airola, proprio con la proiezione della pellicola ai detenuti, che poi parteciperanno alle varie iniziative collegate.

«Uno degli obiettivi – spiega Patrizia Canova, ideatrice del progetto – è dare voce ad Abdul, un ragazzo nigeriano che ce l'ha fatta, che vive e lavora in Italia, a Castellammare di Stabia, dopo essere sopravvissuto a quella traversata».

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