Raccontare il Porrajmos, l’olocausto del popolo rom, dalla prospettiva di chi lo ha subito: appare quanto mai necessario anche per riattualizzare i temi e i processi culturali che hanno portato ai terribili stermini provando ad inquadrare l’attuale situazione di forte emarginazione e discriminazione che ancora subiscono le comunità rom a livello nazionale ed europeo.
Questo è l’obiettivo del progetto europeo Tracer Transformative Roma Art and Culture for European Remembrance è un progetto di ricerca-azione di storia collettiva e di costruzione comunitaria della memoria dell’olocausto delle minoranze Sinte e Rom in Italia e in Europa. È progetto finanziato nell'ambito del programma Cerv della Commissione Ue.
Il 9 dicembre alle ore 10 si terrà l’evento di presentazione del progetto negli spazi del centro culturale e gastronomico Chikù. Dopo i saluti dell’associazione “Chi rom e…chi no” sono previsti l’intervento della professoressa Maria Teresa Tagliaventi Università di Bologna, e la masterclass di Luca Bravi Università degli Studi di Firenze.
«Il viaggio nelle memorie personali, familiari, collettive all’interno di comunità rom direttamente o indirettamente coinvolte nella tragedia dell’Olocausto - dichiara Emma Ferulano di Chi rom e…chi no” - sarà un importante gancio storico per far comprendere soprattutto ai giovani rom e non rom, le radici profonde delle discriminazioni etniche, razziali, sociali, e le relative politiche di esclusione che ne sono derivate nel corso dei decenni. Il progetto servirà ad attivare una maggiore consapevolezza per leggere il presente, e sarà anche una occasione unica, attraverso il viaggio vero e proprio nei campi in Polonia, per favorire lo scambio, l’incontro e il confronto con altri giovani provenienti da tutta Europa».