Sorelle Corcione, omaggio a Claudel: presto una mostra a Napoli

Sorelle Corcione, omaggio a Claudel: presto una mostra a Napoli
di Giuliana Covella
Mercoledì 5 Maggio 2021, 09:20 - Ultimo agg. 13:18
3 Minuti di Lettura

Ancora una volta le sorelle Corcione portano alto il nome della loro città d’origine, Napoli, oltre i confini. Stavolta è Luisa ad aver vinto con Ca/1000  omaggio a Camille Claudel, di cui ha curato la la regia, il Roma Fringe Festival come miglior spettacolo 2021, il premio Alessandro Ferine per la ricerca e l’innovazione e miglior drammaturgia. Tanto che avrà diritto a 12 date italiane e una estera. L’ennesimo successo delle sorelle artiste che arrivano dal capoluogo campano.

Presentato da Estudio Associazione Artistica Culturale, l’allestimento per drammaturgia di Enrico Manzo, si è avvalso della presenza, in scena, di Noemi Francesca, con le voci di Lino Musella e Giacinto Palmarini, il sound design e le musiche di Marco Vidino, le musiche di Peppe Voltarelli, le opere scenografiche di Luisa e Rosaria Corcione. 

Ca/1000 ha portato sul palco la storia di un’anima attraverso i momenti salienti della vita di Camille Claudel, artista di fine '800, dall'arrivo in manicomio a Monfavet alla sua "uscita", vittoriosamente perdente. Nelle sue opere l’artista francese è riuscita a scolpire l’animo umano, cogliendone la bellezza ma anche la crudezza oltre a tutti quegli aspetti solitamente taciuti. Il coraggio e la forza la resero profonda e autentica, ma fu anche logorata per aver ceduto, in seguito, alle contingenze economiche insuperabili per una donna sola in quell’epoca. Ca/1000 ha evidenziato quanto le vicende dell’esistenza personale e gli esiti della sua opera siano, inestricabilmente, fusi nel comune fallimento.

«Camille Claudel - sottolinea la regista Luisa Corcione - ebbe la dolorosa capacità di dare forma alle proprie visioni interiori, strappare all’ignoto la nostra parte più recondita, così come narra Rilke nelle Elegie duinesi.

Erano brandelli di verità che le permettevano di vedere più nitidamente ciò che altri potevano solo superficialmente intuire, perché le sue opere sono sofferenza pagata». Gli elementi che accompagnano in scena il vivido personaggio di Camille Claudel sono le voci, sia presenza assordante sia tenero ricordo, i dipinti, compagni di viaggio per trent’anni della sua esistenza (le “internate” del manicomio) e le sculture. Molte delle sculture e delle opere  presenti in scena realizzate da Rosaria Corcione rappresentano il suo diario, il grido disperato di un’anima che passa dalla felicità di un tormentato rapporto d’amore, quello che la legò per alcuni anni a Rodin, fino al rancore e alla rêverie, attraversando l’esaltazione amorosa, l’illusione della felicità e le promesse di fedeltà, l’abbandono, il risentimento, la solitudine estrema, l’amara consapevolezza di un’inguaribile ferita. Le opere di Rosaria Corcione realizzate una ad una per ogni spettacolo vengono distrutte durare gli spettacoli per raccontare attraverso lo strappo, un atto performativo e ricordare il dolore di Camille. Opere che saranno realizzate al fine di ogni spettacolo saranno ricostruite e si potranno vedere in una mostra dell’artista che parlerà dei meccanismi del dolore.

© RIPRODUZIONE RISERVATA