Napoli, Città della Scienza: parte la campagna sui social «Io mi vaccino perché»

Napoli, Città della Scienza: parte la campagna sui social «Io mi vaccino perché»
Giovedì 4 Febbraio 2021, 16:16
2 Minuti di Lettura

Il 2020 sarà ricordato per sempre e in tutto il mondo come l’anno della pandemia da Covid-19. Un periodo lungo, non ancora terminato, con ripercussioni importanti sullo stato di salute di tante persone a livello planetario, segnato da fasi di lockdown, che ha impattato sulla vita quotidiana e la situazione economica generale.

Dall’inizio della pandemia, e ancora oggi, mascherine, distanziamento e igiene, sono gli elementi che tutti hanno imparato a conoscere, oramai indispensabili in qualunque azione di ogni giorno per tutelare noi stessi e gli altri.

In questo scenario l’unica luce in fondo al tunnel per poter lasciare alle nostre spalle sacrifici e sofferenze e per riprendere una vita normale, è rappresentata dalla messa a punto dei vaccini antiCovid ed è per questo che Città della Scienza promuove - sul web e i propri canali social - l’iniziativa “Io mi vaccino perché” che vede la partecipazione di numerosi testimonial provenienti dal mondo scientifico, artistico, sportivo, istituzionale (Andrea Ballabio, Alfredo Budillon, Gino Rivieccio, Lello Esposito, Pina Tommasielli, Francesco Montervino, Bruno Siciliano, Giuseppe Morsillo, Rodolfo Punzi e tanti altri)

Troppi infatti sono ancora i cittadini dubbiosi e/o restii a farsi vaccinare; mentre è noto che l’efficacia della campagna vaccinale è strettamente legata al numero di persone che saranno vaccinate. Grazie ai testimonial coinvolti – ma anche ai cittadini che potranno inviare i propri video “Io mi vaccino perché” – Città della Scienza vuol dare il proprio contributo e convincere quante più persone possibile, sulla sicurezza e utilità del vaccino antiCovid.

In prima linea il Presidente di Città della Scienza, Riccardo Villari – anche in quanto medico ed esperto di malattie infettive – dichiara: “Io mi vaccino, perché prevenire è meglio che curare, perché con la vaccinazione abbiamo debellato e sconfitto patologie come il vaiolo e la poliomelite che sono pressocché scomparse dal nostro pianeta.

E’ un atto di responsabilità: oltre a proteggere noi stessi, proteggiamo anche quelle categorie di soggetti che per vari motivi non possono sottoporsi alla vaccinazione”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA