Aspettando Sicut Sagittae alla Domus Ars

Aspettando Sicut Sagittae alla Domus Ars
Lunedì 23 Settembre 2019, 16:19
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A poco più di una settimana dall’inizio della Rassegna di Musica Barocca diretta da Antonio Florio e curata da “Il Canto di Virgilio”, arriva Aspettando SicutSagittae. Giovedì 26 settembre alle 20,30, sul palco della Domus Ars (via Santa Chiara, 10), Domenico Passarelli, al flauto dolce, e Angelo Trancone, al clavicembalo, si esibiranno nel concerto dal titolo “A Flauto solo” con le musiche di Telemann e Haendel.

Un concerto in cui si confronteranno due tra i maggiori rappresentanti del tardo barocco europeo e il loro approccio decisamente diverso al flauto dolce, strumento fondamentale nella musica barocca. Per Telemann il flauto dolce diventa un vero competitor del violino, con partiture che restituiscono un vero manuale di virtuosismo per lo strumento. Haendel declina lo strumento come un referente pastorale della vocalità di ascendenza italiana, dedicandogli concertini solisti.
 
Georg PhilippTelemann - Sonatina in do minore (TWV 41:c2 - Nouvellessonatines. 1730).
Largo - Allegro - Dolce - Vivace.
George Friedrich Haendel - Sonata in Sib maggiore (HWV 377).
Vivace - Adagio - Allegro.
Georg PhilippTelemann - Solo in re minore (TWV 41:d4 - Essercizii musici, 1740).
Affettuoso - Presto - Grave - Allegro.
George Friedrich Haendel - Sonata in Do maggiore (HWV 365).
Larghetto - Allegro - Larghetto - a Tempo di Gavotta - Allegro.
Georg PhilippTelemann - Sonatina in la minore (TWV 41:a4 - Nouvellessonatines. 1730).
Andante - Allegro - Andante - Presto.
 
Domus Ars Centro di Cultura, via Santa Chiara, 10
Prezzo biglietti 10 euro (intero) 5 euro (ridotto under 26 e over 60). Riduzioni per gruppi di un minimo di 6 persone, organizzati da associazioni e circoli aziendali.
Info: infoeventi@domusars.it tel. 0813425603
 
Telemannamante del blockflöte (flauto dolce), dedicò a quest'ultimo numerosissime pagine in opere strumentali e non, con una perizia che tradisce una pratica in prima persona dello strumento. Peraltro le opere per flauto dolce coprono cronologicamente tutto il corpus del Magdeburghese e le tre sonate nel programma di stasera sono in effetti un esempio di utilizzo "tardo" dello strumento. Se infatti il 1728, data della pubblicazione dei concerti dell'Opera X di Vivaldi è considerato, almeno per la musica italiana, l'anno del passaggio di consegne dell'obsoleto flauto "a becco"a favore del moderno e alla moda flauto traverso, Telemann sembra non accorgersene e in due delle sue raccolte più rappresentative degli anni '30 gli Essercizii musici e leNouvellessonatines inserisce proprio il flauto dolce tra le possibilità di esecuzione delle sonate a strumento solo e basso continuo accolte nelle sillogi. In questi brani le possibilità espressive dello strumento sia nei movimenti veloci che in quelli lenti sono utilizzate nella loro totalità ed il flauto appare nella realtà un validissimo competitor del violino. Scale, volatine, quartine ribattute, lunghi ed articolati cantabili, appaiono a delineare un vero manuale di virtuosismo per lo strumento.
Sensibilmente diversa la via haendeliana al flauto dolce. Questo strumento sembra essere un referente pastorale della vocalità di ascendenza italiana e, come avviene spessissimo nella produzione del Sassone, è facile infatti individuare momenti dei brani strumentali presi a prestito da arie d'opera dello stesso. Ben cinque delle dodici sonate per strumento solo pubblicate dall'editore Walsh a Londra nel 1730 come Opera prima del compositore tedesco sono espressamente dedicate al recorder a dimostrazione dell'incredibile fortuna dello strumento presso i borghesi e gli aristocratici dilettanti nella capitale d'oltremanica (il riconosciuto pubblico di riferimento dell'abilissimo stampatore britannico). Nondimeno anche Händel fece un uso diffuso, seppur meno massiccio, del flauto dolce. Oltre che in numerose arie d'opera (soprattutto di ispirazione pastorale appunto, vedi ad esempio il masque Acis e Galatea del 1717) lo strumento appare anche in uno dei concertini solisti dei Concerti Grossi op. 3.
 
 

 
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