Radical Kitsch, versione dark-electro di un cult di Peppino Di Capri

Radical Kitsch, versione dark-electro di un cult di Peppino Di Capri
Venerdì 15 Febbraio 2019, 17:25
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Faiella - Depsa - Fasano. Questo è il trio che firmò E mo e mo, cult dancefloor in lingua napoletana con cui Peppino Di Capri partecipò al Festival di Sanremo 1985 indossando un papillon porpora.

Lo chansonnier, già mister twist, colui che aveva suonato quale open act al tour dei Beatles in Italia nel 1965, portò una canzone sorprendente sul palco dell'Ariston: fu lo shock per molti. 

Ed è stato altrettanto uno shock - felicissimo shock - per lo stesso Peppino, aver assistito giovedì 14 alla Fonoteca di via Morghen allo showcase dei Radical Kitsch.

La band napoletana composta da Giovanni Conforti, Francesco Capriello e Gianluca Capurro, cui si affiancano lo splendido canto afro di Alan Sinkey, l'ugola dub-ragamuffin di Marcello Coleman, 
e l'arte in consolle di Dj Spike (il dj di Zulù Persico), ha presentato i primi singoli della prossima avventura discografica: "Trasformazioni".

Tra i titoli eseguiti nello spazio del quartiere Vomero, "Autunno" e "Gulliver's Thoughts". Poi il classico "Demodé", per non rinnegare affatto il passato. Un passato che è tutt'ora genetica evoluzione e sperimentazione, psichedelia e poesia, filosofia e letteratura. E un battito ogni volta cangiante e di avanguardia.

Proprio questa tensione creativa ha indotto i Radical Kitsch a osare talmente tanto da aver creato una rielaborazione dark-electro di "E mo e mo", sino a mutarla in un hit modello Joy Division.
 


Ad assistere all'esecuzione inedita, Peppino Di Capri. Radioso, entusiasta, che ha applaudito a più riprese. Ha sorriso e canticchiato dondolando sul posto, lo chansonnier di "Nun è peccato" e "Luna caprese". Poi ha raggiunto la band ai microfoni e ha dichiarato: "Mi avete fatto venire voglia di cambiare l'arrangiamento, per le prossime volte che suonerò in concerto questa mia canzone. Mi è piaciuto tantissimo, non ci sarei mai arrivato. Ero qui in attesa a pensare 'Ma mo comm' 'a fanno!?' ... Ho ascoltato. Perfetto, meraviglioso. Grazie mille, ragazzi". E ha rivolto un applauso e un sorriso complice alla band. Poi si è lasciato andare a una serie di aneddoti ironici e rivelazioni: "'E mo e mo' non è il tipico brano alla Peppino Di Capri. È un divertimento di quel momento. Feci un tentativo con la casa discografica Baby Records: mi proposi. Quando loro videro il testo della canzone non lo capirono. Desideravano qualcosa di standard con frasi alla ''te voglio bene''. Così con Depsa firmai il brano. Lui fece la prima parte, a me toccò da 'Nina Ninè' in avanti. Starei delle ore a parlare con voi di queste esperienze. Avete fatto benissimo a sperimentare in questo modo. Grazie a voi ragazzi. Complimenti".

Conforti - direttore artistico della factory Radical Kitsch e vocalist della band - ribadisce: "Peppino ha seminato tanto e non ci sono premi che lo possano celebrare veramente (alludendo al mancato Premio alla Carriera ventilato al recente Festival di Sanremo). In realtà basta quello spicchio di Italia felice che lui rappresenta e che rimarrà per sempre. Noi stravolgiamo il suo pezzo, ci aggiungiamo un pizzico di nostra poetica e godiamo immensamente per la più grande delle nostre collaborazioni". 
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