I venerdì al Conservatorio San Pietro a Majella: concerto in collaborazione con Dissonanzen

I venerdì al Conservatorio San Pietro a Majella: concerto in collaborazione con Dissonanzen
di Enrica Buongiorno
Giovedì 13 Ottobre 2022, 12:00
5 Minuti di Lettura

Per “I Venerdì del Conservatorio” alla Sala Scarlatti del Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli, venerdì 14 alle 18, è di scena il concerto dal titolo Confronti musicali contemporanei realizzato in collaborazione con l’Associazione Dissonanzen. Sul palco Francesco Salime ai sassofoni, Giuseppe Galiano, direttore e l'Ensemble Dissonanzen con Tommaso Rossi ai flauti, Manuela Albanoal violoncello, Alba Brundo all'arpa, Giusy Lo Sapio al vibrafono, Ciro Longobardi al pianoforte. 

Un progetto che segna il rinnovo della collaborazione tra l’Associazione Dissonanzen e il Conservatorio S.

Pietro a Majella. In programma, nel segno del confronto, oltre ai brani di Patrizio Marrone, quelli del compositore statunitense Gerge Crumb e del musicista tedesco Hans Werner Henze. Nell’idea di Hans Werner Henze del teatro come sfera d’azione della musica, di una musica che tende alla gestualità, alla corporeità, alla visualizzazione, possiamo individuare con precisione il filo conduttore alla base di questo programma. Teatralità come cifra distintiva anche nelle partiture di Crumb, come al teatro rinviano le composizioni di Marrone. «Con questo concerto prosegue il sodalizio artistico tra me e Dissonanzen, che per l’occasione si allarga alla collaborazione con il Conservatorio napoletano», spiega Marrone, «Infatti saranno coinvolti insegnanti e studenti che si aggiungono all’ensemble Dissonanzen. Il concerto rientra nella prima edizione della rassegna del San Pietro a Majella “Confronti musicali contemporanei”, interamente dedicata alla musica del nostro tempo. Confronti quindi tra un compositore napoletano e compositori ormai entrati nella storia della musica, come Crumb e Henze. In programma la prima esecuzione assoluta di un Sestetto, da me composto per l’occasione, e affidato alle mani esperte dei componenti di Dissonanzen e all’entusiasmo dei giovani strumentisti del san Pietro a Majella».  

 

Il brano di apertura, Cadenza (1998) per sassofono soprano, tratto dall’opera da camera Cantata per Ciran, rimanda al teatro. Dal carattere fluido e scorrevole, dai ritmi morbidi, rappresenta una caratterizzazione psicologica dell’animo di Rossana, la musa ispiratrice - a sua insaputa - dei versi d’amore che il valoroso spadaccino scrive per il giovane Cristiano, innamorato anch’egli di Rossana, ma ignaro dell’amore che lo stesso Cirano nutre segretamente per lei. Non è una carezza (2007) per flauto dolce, porta invece in primo piano la relazione tra musica e visualizzazione. Il titolo è la frase finale di uno spot televisivo in cui un noto showman tiene in braccio un bimbo che gli tocca il volto: sembra una carezza. Il bimbo, però, non vede e non sente, per cui il suo gesto è l’unico modo che ha per comunicare con gli altri. E’ così che fa amicizia, parla, si esprime, conosce. A quella corporeità tipica del jazz, in cui gesti e movimenti accompagnano costantemente sincopi e controtempi, allude Improvvisamente (2016) per sax baritono e pianoforte, caratterizzato dall’intreccio di linee melodiche e disegni ritmici dal carattere improvvisativo. I due strumenti si affrontano in una classica forma ternaria, alternando virtuosismi tecnici e inaspettate atmosfere soft. Un teatro di simboli anima invece la musica di George Crumb, che sembra voler rappresentare l’infinito scorrere del tempo, i movimenti della terra, i grandi cicli della natura. Ispirato dall’ascolto del canto delle balene, Vox Balaenae (1971) si apre con un preludio “…per l’inizio del tempo” seguito da un tema marino e cinque variazioni, ciascuna ispirata a un’era geologica, per chiudersi con un notturno “…per la fine del tempo”. Con Ein kleines Potpourri aus der Oper “Boulevard Solitude” (2000) di H. W. Henze torniamo al legame diretto con il teatro musicale. Rappresentata per la prima volta nel 1952, l’opera impose definitivamente il compositore sulla scena internazionale. E’ basata sulla già nota vicenda di Manon Lescaut, seppur con una maggiore focalizzazione sul personaggio dell’amante, Armand. Dei tre movimenti del Potpourri, il primo è genericamente basato su temi tratti dall’opera, mentre il secondo e il terzo si rifanno a due precise scene: Manon che scrive una lettera all’amante per informarlo della sua relazione con Lilaque, e il momento che segue l’uccisione di quest’ultimo. Il concerto si chiude con la prima esecuzione assoluta di Sestetto N.2 nel segno della relazione tra ritmo e corporeità. Sui ritmi ostinati del pianoforte e dell’arpa, prendono vita canti, contrappunti, immagini timbriche cangianti, in continua dialettica che, da irrisolta, trova il punto d’incontro nel convergere furioso dell’insieme strumentale, per poi concludersi con i dubbi iniziali. Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA