«Medicina narrativa», mostra e concerto gratuito a San Potito

«Medicina narrativa», mostra e concerto gratuito a San Potito
di Emanuela Sorrentino
Lunedì 25 Novembre 2019, 18:06
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Ben 22 scatti per cogliere il rapporto tra paziente e operatore sanitario, e poi un concerto gratuito per rendere la medicina sempre più vicina alla gente. 

Sabato 30 novembre alle ore 19.30 alla Chiesa di San Potito, in via Salvatore Tommasi 1-7, di fronte alla Galleria Principe di Napoli, si concluderà il III workshop “L’ematologia, l’oncologia e la Medicina del dolore tra umanizzazione delle cure e Precision Medicina” con l’evento gratuito “Lo sguardo di dentro”, e il concerto “That’s Napoli”.

Lo sguardo di dentro è una mostra fotografica che in 22 scatti narra il vissuto emotivo degli operatori sanitari coinvolti nell’assistere i pazienti nella fase critica del fine vita. La mostra è organizzata dai componenti del percorso formativo per gli operatori dell’A.O. Asst Nord di Milano Cure Palliative domiciliari e Hospice Bassini, ideato da Ico Gasparri, artista sociale, e Nausika Gusella, psicologa-psicoterapeuta del team sanitario milanese. Gasparri e Gusella illustreranno le dinamiche del progetto finanziato dall’associazione Una mano alla vita Onlus. Alle 21 il concerto That’s Napoli, coro della Città di Napoli in chiave pop composto da 22 giovani cantanti e 4 musicisti, diretto dal Maestro Carlo Morelli. La seicentesca Chiesa di San Potito, di proprietà della Curia, è stata affidata e riaperta dall’Associazione Ad alta voce del maestro Carlo Morelli che opera nel sociale formando nuovi giovani talenti delle periferie napoletane.

«È nostra intenzione non limitarci ai soli convegni in ambito medico applicando la Medicina Narrativa – sostengono Beniamino Casale, responsabile IPAS Terapie Molecolari e Immunologiche in Oncologia del Monaldi e Carlo Negri, socio e amministratore di Napolilab, società di consulenza marketing, organizzatori dei workshop e dell’evento – ma intendiamo programmare una serie di iniziative nelle arti rivolte a tutte le persone coinvolte nel processo di cura e nel sociale che mirano al miglioramento della qualità di vita di chi affronta una malattia e a un dialogo sempre maggiore fra  sanitari, pazienti e caregivers. Questo è il primo appuntamento del progetto “Comunicare con un sorriso” che abbiamo elaborato ‘contaminando’ biosemiotica, narrazione, arti e giochi per formare gli operatori e gli stakeholders con un format coinvolgente e accessibile a tutti. Da gennaio seguiranno altre iniziative in ambito artistico». 
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