Noa tra Bach e cantaNapoli: «Sono un'eretica della musica»

Noa tra Bach e cantaNapoli: «Sono un'eretica della musica»
di Antonella Forni
Martedì 23 Luglio 2019, 09:14
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Il titolo, «Letters to Bach from Napoli», tiene insieme due suoi grandi amori sonori. «Letters to Bach» è il suo ultimo disco, «una scommessa, quasi un azzardo, visto che ho aggiunto parole, le mie parole, alla musica del sommo compositore di Eisenach», spiega Noa, prima di aggiungere che «Napoli, anzi Neapolis diventata Noapolis' per gioco, è la sfida precedente, quella che mi ha visto impossessarmi di altre parole, e di un'altra lingua, per godermi la suprema melodia partenopea».

 

Ecco spiegato il titolo del concerto in programma questa sera, per la cantante di «Beautiful that way», neocinquantenne pronta a tornare in scena nella città che ama, Napoli, in quella Arena Flegrea che già conosce bene. Con lei, e il fido Gil Dor, non mancherà il Solis String Quartet, «l'altro pezzo fondamentale della mia napoletanizzazione canora, un processo che mi ha permesso di avvicinarmi a Di Giacomo e gli altri poeti di cantaNapoli, di tradurli prima nella mia lingua e poi di interpretarli nel sublime idioma originario». Stasera la lezione di Johann Sebastian e quella di Murolo andranno a braccetto: «Non sono così lontane, non sembri un'eresia, o lo sembri pure, io in fondo sono un'eretica: una musicista non classica che si confronta con i capolavori bachiani, una cantante non napoletana che si gode Santa Lucia luntana con la sfacciataggine di venire proprio qui a richiedere ancora una volta come la canto».

Bach per Achinoam Noa, così all'anagrafe, è «contrappunto e improvvisazione, polifonia suprema, barocco così glorioso da essere modernissimo e poter così sopportare i miei versi, che non cercano uno stile canoro classico, che parlano di riscaldamento globale, energia solare, pacifismo, genitorialità, conflitto israelo-palestinese, femminismo, shopping....». Insomma, «un concerto eclettico, anche perché forse non mancherà qualche pezzo dal mio altro repertorio, nel nome della diversità e della Passione - che non è solo il titolo di un capolavoro partenopeo - su cui ho fondato la mia intera carriera. Più passa il tempo, più rifuggo dal mainstream pop, più chiedo al mio canto di essere conoscenza per me, comunicazione vera con le persone che mi ascoltano, strumento di approfondimento per conoscere il mondo, la gente, la musica, la grande bellezza che ci circonda, la grande bruttezza che l'uomo costruisce intorno a se», conclude la star israeliana che sogna più di tutto la pace nella sua terra, «per gli ebrei, per i palestinesi e per tutti gli uomini di buona volontà».


`Arena Flegrea, via Terracina, Napoli, alle 21. Biglietti da 40,25 e 28,75 euro, con riduzioni last minute
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