Paʃqà live a Villa Di Donato con il concept album “A vita è Suonno”

Paʃqà live a Villa Di Donato con il concept album “A vita è Suonno”
di Alessandra Farro
Giovedì 9 Giugno 2022, 11:39
3 Minuti di Lettura

Paʃqà è Pasquale Porciello, musicista, ma anche un giornalista, da quasi dieci anni in Libano come corrispondente italiano. Giovedì 9 giugno alle 20.30 porta il suo concept album, “A vita è Suonno”, sul palco di Villa di Donato insieme ai musicisti libanesi. 

Il disco, scritto in lingua napoletana e registrato a Beirut, contaminato dai suoni, la cultura e le influenze libanesi, si ispira alla ricerca tematica di Pedro Calderòn de La Barca, l’ultimo grande autore spagnolo del Siglo de Oro, autore de “La vida es sueño”. Il lavoro intorno all'album è un mix di culture, proprio come l'album stesso: coinvolgendo musicisti, artisti, video-maker, tecnici del suono, giornalisti, documentaristi italiani, libanesi, armeni, siriani e iraniani. 

Il raggiungimento del sé, attraverso lo scardinamento del positivismo dogmatico, nonché del dilagante culto della tecnica, le tematiche toccate dagli otto brani, più una composizione strumentale, che si pongono come obiettivo quello di raccontare in modo autentico questioni esistenziali, da sempre al centro della ricerca e dell’attenzione di filosofi, pensatori, mistici: la scoperta del mondo, dei sentimenti e dei rapporti fondamentali dell’esistenza, la paura di sbagliare strada, la frammentazione, l’amicizia falsa, l’amore incompreso, la separazione, il perdono profondo di sé e dell’altro, la notte e la rinascita e l’incontro con l’anima.

“’A vita è suonno” è un viaggio tra il sonno e la veglia, tra il sopra e il sotto, il dentro e il fuori.

Racconta di una Napoli vissuta, respinta, amata, idealizzata, odiata, sognata, come punto di partenza e di arrivo. È il sé lasciato e il sé trovato. È la zona di conforto, la casa da distruggere, il vecchio da lasciar andare per fare posto al nuovo. Ma il nuovo è sempre Napoli, ma come una scelta. Napoli come Itaca, come viaggio inevitabile da intraprendere controvoglia, la separazione senza la quale il ritorno non avrebbe senso. 

Beirut e Napoli vengono così raccontate, nelle loro profondità e contraddizioni, ma anche nei luoghi in cui le culture si intersecano, si incontrano e si scontrano.

Attivo anche un crowdfunding, per coprire le spese di post-produzione, l’incisione di un’edizione limitata di vinili, la realizzazione di materiale di album, del supporto grafico e la realizzazione di un documentario in collaborazione con la giornalista e videoreporter Sonia Grieco e il filmmaker siriano Qais Al Hamoud Al Trad e di nove tavole, una per ogni brano, dipinte dall'artista iraniana Negin Fallah. 

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