Dopo l'evento artistico quello mondano, anzi tutto insieme, o quasi. Questo pomeriggio Jan Fabre, di cui si è appena inaugurata una mostra allo Studio Trisorio, si sposa al duomo, dove battezzerà anche il figlioletto, Django Gennaro, nato il 31 dicembre 2021, per poi godersi a Palazzo Reale la festa con i suoi invitati: «Il mio matrimonio con Joanna De Vos, mia compagna da dieci anni, a Napoli per me, per noi due, è la celebrazione della corona dell'amore», spiega il sessantaquattrenne artista di Anversa, Belgio, che convolerà a nozze con la quarantenne connazionale, storica dell'arte e curatrice.
Come mai questa scelta Fabre? Una coincidenza, la comodità di coniugare l'esposizione dei suoi nuovi lavori in corallo con il rito, una scelta?
«Napoli e la gente di cultura di questa città hanno sempre amato la mia arte visiva e teatrale. Ho esposto qui la prima volta nel 1985 e da allora torno regolarmente a Napoli per mostrare il mio lavoro. Con Laura Trisorio e la sua galleria c'è un rapporto artistico che dura da più di 20 anni. Ho una fantastica e profonda amicizia spirituale con uno dei miei collezionisti di Napoli, Gianfranco D'Amato. Inoltre, collaboro con la casa editrice napoletana Cronopio, che da tempo pubblica i miei Diari notturni».
Una storia d'amore, insomma, ma com'è nata, che cosa l'ha fatta scattare?
«Questa città mi è entrata nel sangue e nelle ossa. Vivo Napoli come la bellezza della semplicità. Dico sempre che un artista deve vedere e sentire l'ordine nel caos, che è ciò che fa di Napoli una città speciale».
Ma Joanna condivide con lei questa passione sfrenata per l'antica Partenope?
«Totalmente. Joanna, da dieci anni, prova la mia stessa passione per questa città».
Raccontiamola, questa passione.
«Prima di tutto adoro l'energia vibrante e vivace della città e della gente. Poi, la tradizione teatrale, il cinema. Gli applausi del pubblico che mi hanno accolto al "Napoli teatro festival". Ed è stato bello, come artista nato nelle Fiandre, creare opere permanenti in luoghi spirituali come la Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, e nel Pio Monte della Misericordia le quattro sculture in corallo rosso: "La libertà della compassione", "La purezza della misericordia", "La resurrezione della vita" e "La liberazione della passione" in dialogo con il capolavoro di Caravaggio. Sono un artista che cerca e vede collegamenti tra le diverse discipline, che insegue nuove interpretazioni per il mondo delle arti visive, del teatro e della scrittura. E Napoli è una città in cui trovo molta ispirazione. Non c'è avanguardia senza tradizione».
Teatro, cinema,arti visive, scrittura: quale sarà il prossimo impegno e quanto sarà influenzato dal suo rapporto con Napoli?
«Sto preparando una nuova opera teatrale con Ruggero Cappuccio. Dopo il lavoro che abbiamo fatto insieme su "Resurrexit Cassandra" con Sonia Bergamasco, scritto, appunto, da Cappuccio, abbiamo voluto iniziare una nuova avventura artistica, ispirata a Napoli, al Vesuvio e al corallo color sangue».
Django Gennaro sarà battezzato nel duomo, dove si possono battezzare solo quanti portano il nome del santo patrono.
«Così trasmetterò a Django Gennaro Fabre il fuoco e la passione per la bellezza che la città di Napoli mi ha dato. Ma gli ci vorrà una vita per capirlo, come a me è servita una vita per diventare un giovane artista».
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