«Eleonora Pimentel Fonseca», gran finale a palazzo Serra di Cassano

«Eleonora Pimentel Fonseca», gran finale a palazzo Serra di Cassano
Sabato 23 Giugno 2018, 16:04
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Stasera, sabato 23 giugno, alle 20 e domenica 24 giugno alle 19, gran finale di stagione per «Eleonora Pimentel Fonseca, con civica espansione di cuore» di Riccardo De Luca, lo spettacolo che il prestigioso Istituto Italiano per gli Studi Filosofici da un anno - unico tra i suoi eventi - ha voluto stabile nel suo meraviglioso Salone degli specchi di palazzo Serra di Cassano dove ha la sua sede storica. Bandiera ideale di Gerardo Marotta e dell'Istituto è sempre stata Eleonora de Fonseca Pimentel Lopez de Leon ed ecco che lo spettacolo a lei dedicato è divenuto stabile in quell'Istituto ottenendo uno strepitoso successo di pubblico e di critica. La messa in scena si svolge proprio in quei luoghi dove il padrone di casa Gennaro Serra di Cassano, Mario Pagano, Domenico Cirillo, Carlo Lauberg, l'abate Galiani, l'ammiraglio Caracciolo e la stessa Eleonora con tutta quell'irripetibile classe intellettuale del tempo che lì si riuniva, elaborava e tesseva quella fervida tela che poi porterà alla Repubblica Napoletana del 1799 e all'unica rivoluzione mai attuata in Italia proprio per questo poi spenta barbaramente nel sangue.

Al centro dello spettacolo quindi la figura splendente della Pimentel (interpretata nello spettacolo da una strepitosa Annalisa Renzulli, per un'ora e trenta sempre in scena) con tutta la sua sconvolgente e indicativa storia di Donna: madre negata dalla violenza del marito, prima direttore donna di un giornale nella storia dell'umanità e per le sue idee di progresso e di emancipazione, impiccata. Ebbero, Eleonora e i suoi compagni di vita, la capacità di elaborare una strategia politica nazionale che qualcuno ha definito «la più completa mai formulata», una costituzione in Europa concentrata in quell'idea così «semplice» di rifondare la democrazia nel rispetto del popolo. Una drammaturgia che porta in scena pagine inedite scritte dalla Pimentel  e che traduce in materia scenica gli articoli stessi del giornale diretto da Eleonora stessa durante la rivoluzione, «Il monitore napoletano». Che trae spunto dal celebre «Il resto di niente» di Enzo Striano e da «Cara Eleonora» di Maria Antonietta Macciocchi, dalle liriche di Ester Basile, dai suggerimenti della storica Antonella Orefice e ancora da fonti linguistiche come Gianbattista Basile, lavorando quindi anche su quella lingua del napoletano antico con cui Eleonora parla nelle sue battute finali, in cui non c'è più spazio per la distanza tra lei e il popolo che l’ha accolta bambina e la sua tragica fine sta per consegnarla per sempre a eroina di Napoli e per Napoli.

La regia si affida al contrasto dei segni tra grottesco e drammatico che si inseguono, si confondono e si fondono in uno spettacolo che ha la sua cifra stilistica anzitutto nella interdisciplinarità, in cui la prosa si mescola alla danza, e ancora al canto, e alla musica che sa diventare anche provocatoriamente pop se necessario purché, in ultimo, si consegni dirompente la carica emotiva dei fatti accaduti a Napoli in quella stagione rivoluzionaria. Uno spettacolo che emoziona e fa pensare, che ci restituisce una vita, quella di Eleonora de Fonseca Pimentel, con le sue idee pagate spesso con la prigione e poi la morte perché peste per reazionari, oscurantisti e lazzaroni. Idee che non parlano solo di passato ma sono punti di partenza per un radioso futuro che solo una costante e disinteressata ricerca di uguaglianza e di hiustizia può realizzare. In scena una compagnia di otto eccellenti professionisti che interpretano oltre trenta personaggi tra cui i principali sono: oltre ad Annalisa Renzulli nei panni di una carismatica Eleonora, Francesca Rondinella è la nevrotica regina Carolina, Gino Grossi è il tormentato padre de' Forti, Salvatore Veneruso è il romantico Gennaro Serra di Cassano, Dario Barbato è il lazzarone duca Marullo, Giovanni Sicignano è il tenero Pulcinella Peppino Cammarano, Lucrezia Delli Veneri è la seducente Lady Hamilton e Riccardo De Luca - oltre che regista - è il grottesco «re lazzarone» Ferdinando. Costo biglietto: 15 euro. Prenotazione consigliata. Info e prenotazioni: Stati Teatrali 327 7022940
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