Napoli, oltre 16.000 paganti: chiude col botto «Dignità» a Sant'Elmo

Napoli, oltre 16.000 paganti: chiude col botto «Dignità» a Sant'Elmo
di Giovanni Chianelli
Giovedì 14 Luglio 2022, 13:03
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Più di 16.000, come gli abitanti di un paese neanche tanto piccolo. È il popolo che queste notti, dal 17 giugno a ieri sera, ha frequentato Castel Sant’Elmo per consumare nel più grande bordello teatrale d’Europa, quello che da anni conosciamo col nome di “Dignità autonome di prostituzione”. I numeri da record, sicuramente non da teatro, dello show di Luciano Melchionna, per tutti “papi”, si spiegano in vari modi.

La location, il piazzale panoramico del castello sulla collina di San Martino ha assicurato varietà di spazi, spettacolarità, freschezza nei giorni più torridi dell’anno. Un cast ampio e variegato che ha combinato le doti performative degli attori (un plauso, per tutti, alla cosiddetta “Anarchica”, Veronica D’Elia, che ha interpretato “Chiudiamo le scuole” di Giovanni Papini anche davanti a 200 persone) e l’ecletticità dei musicisti, con la chitarra di Raffaele Giglio, il violino di Riccardo Villari, la fisarmonica di Dolores Melodia e la voce di “Spaghetti Casanova” sugli scudi. La capacità di variare conservando l’identità di Melchionna e soci, tra cui la new entry Luisa Corcione, regista e pittrice, a governare la nave accanto a “papi”: le soluzioni del format sono praticamente infinite e questa ennesima prova partenopea lo ha dimostrato ancora una volta, nel nuovo allestimento prodotto da Teatro Bellini - Fondazione Teatro di Napoli ed Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro.

Divertimento sfrenato, riflessione profonda, erotismo in libera circolazione e poi arte, cultura, storia, coi sorrisi e le lacrime del pubblico a suggellare il nuovo trionfo; la serata del 13 luglio è arrivata a registrare, si sussurra, oltre 1500 paganti.

Paganti che difficilmente si vedono in moltissime, blasonate sale d’Italia: segno che la più vecchia forma d’arte della nostra civiltà può essere rivitalizzata, basta un minimo di prostituzione e una forte tradizione alle spalle, un mix di suoni e allusioni che arrivano a chiunque, giovani e vecchi, istruiti e non, cultori e profani. Dice appunto Melchionna: ““Questo successo ci spinge a riflettere sulle reali necessità del pubblico che dimostra di cercare ed apprezzare, oltre ad un legittimo desiderio di svago, un coinvolgimento diretto ed attivo anche quando è chiamato a riflettere su argomenti molto delicati come quelli proposti nei vari monologhi messi in scena”.

Con questi numeri il futuro è assicurato: “Sicuramente la 50 edizione dello spettacolo sarà messa in scena a Napoli nell’estate del 2023 – sottolineano i produttori – e ci auguriamo che questo possa nuovamente accadere a Sant’Elmo, confermando la partnership con la Direzione Regionale dei Musei della Campania”.

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