Napoli, un processo al negazionismo: al Mann lo spettacolo «Vinti e Vincitori»

Appuntamento per giovedì 26 gennaio. Il 27 ci saranno le «statue viventi» della memoria

Una scena dello spettacolo «Vinti e Vincitori»
Una scena dello spettacolo «Vinti e Vincitori»
Mercoledì 25 Gennaio 2023, 15:33
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Un processo al negazionismo dell’Olocausto e un dibattito sul valore del ricordo, con la preziosa testimonianza del Rabbino Capo di Napoli. L’associazione culturale «Ali della Mente», in collaborazione con «Compagnia della Città & Fabbrica Wojtyla», presenta «Vinti e Vincitori». Si tratti di un’opera teatrale scritta da Patrizio Ranieri Ciu con il contributo giuridico del compianto penalista Alfonso Martucci, dedicata alla Shoah e in programma domani, giovedì 26 gennaio, alle ore 20.30 nell’Auditorium del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Nel corso della serata sarà trasmesso un videomessaggio di Cesare Moscati, Rabbino Capo di Napoli.

Inoltre, venerdì 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, le sale della Collezione Farnese del MANN ospiteranno ogni due ore, dalle 12.00 alle 18.00, le installazioni evocative delle «statue viventi» con i «Monodialoghi: ai margini del Mondo» di Patrizio Ranieri Ciu: «L’Avaro» sullo Scalone Centrale, «La Fotografia» nella Sala dei Filosofi, Il «Block 10 – la baracca dei bambini» nella Sala del Toro Farnese, «La Donna del Sonderbau» nella Sala dei Tirannicidi. Il progetto, a cura dell’associazione culturale «Ali della Mente», è programmato e co-finanziato dalla Regione Campania (Fondi POC 2014-2020) attraverso la Scabec, in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. «Portiamo il teatro al MANN – dichiara l’autore Patrizio Ranieri Ciu – perché i Musei non sono i contenitori del passato e della storia antica, ma i luoghi dell’espressione dell’animo umano nei quali i sentimenti universali si riconoscono incrociandosi attraverso epoche diverse e lontane.

L’arte, infatti, rappresentazione di emozione e volontà, è la sola testimonianza di contemporaneità oltre il tempo».

«Vinti e Vincitori», che si avvale di una sentita e autorevole introduzione scritta dalla Senatrice della Repubblica Liliana Segre, è il processo al negazionismo sempre più attuale della Shoah. In una speciale aula di tribunale, accusa e difesa si affrontano al cospetto di un giudice che apre un dibattito sul valore della memoria attraverso scritti d'epoca, ricordi e testimonianze di bambini deportati. È il caso di Sergio De Simone e Jacqueline Morgenstern, che raccontano la Shoah vissuta attraverso i loro occhi ingenui di ragazzini e la tragica cronologia di eventi: dalle leggi razziali alla deportazione ad Auschwitz e al campo di concentramento di Neuengamme, per essere sottoposti agli esperimenti del dottor Kurt Heissmeyer e poi consegnati nelle mani del boia Johann Frahm, responsabile della loro esecuzione. L’opera teatrale è quindi il processo all'attentato alla memoria da chi intende negare il buio della ragione nell'Olocausto e il valore del ricordo. La memoria stessa si fa portatrice di un'accusa contro chi la diffama, la nega e tende a confondere i confini della verità. Un modo per rivivere e riascoltare le terribili voci dell'Olocausto, lottare contro il negazionismo e chiedersi quanto sia necessario e possibile giudicare, per noi oggi, quel drammatico momento storico. Il titolo dello spettacolo inverte volutamente il titolo dello storico film sul processo di Norimberga «Vincitori e Vinti», modificandone il soggetto: non una visione sull’orrore della guerra, ma un processo a porte aperte inteso come riflessione anche sull'attualità del potere.

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