Napoli, in Sala Assoli «Il talismano della felicità», un atto unico che unisce passione culinaria e l'ascolto in cuffia

Dopo il debutto al Torino Fringe, il lavoro per la prima volta arriva a Napoli

Martina Di Leva e Cecilia Lupoli
Martina Di Leva e Cecilia Lupoli
Giovedì 23 Marzo 2023, 10:06
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Cibo, cucina, recitazione femminile, due monologhi che confluiscono in un atto unico, con una radio a fare da trait d'union: ecco gli ingredienti di «Il talismano della felicità» del Collettivo LunAzione che va in scena in Sala Assoli venerdì 24 e sabato 25 marzo con doppio turno alle ore 19:00 e alle ore 21:00.

Attrici, cuoche e registe dello spettacolo, Martina Di Leva e Cecilia Lupoli in un’altare-cucina condurranno gli spettatori e le spettatrici in un viaggio immersivo, attraverso due fulminanti monologhi al femminile in cui il cibo è protagonista di vicende spiazzanti e grottesche: ne «L’arrosto» una donna legata alla sedia instaura un irresistibile dialogo dal sapore beckettiano con il suo aguzzino, mentre in «Arcano I» a parlare è la celeberrima assassina Leonarda Cianculli, che ci conduce negli inquietanti meandri della sua macabra vicenda.

Il menù che accompagna i due atti unici è composto da un aperitivo («Rosso in Fm»), un primo morso (Maltagliate emiliane patate e provolone d’Irpinia), un secondo morso (Baci ardenti di Porco al flambè di cognac) e un dessert (Zite al cioccolato croccante). La prenotazione è obbligatoria, i posti nella sala sono limitati.

«L’idea è nata in risposta alla call del Festival Play With Food rivolta a compagnie Under 35, in cui si chiedeva una proposta di regia che mettesse insieme due monologhi – scrivono le attrici-registe nelle note di regia -. Cercando i punti in comune abbiamo deciso che quello che volevamo costruire era un viaggio sensoriale che, esplorando appunto tutti i sensi, tenesse lo spettatore immerso in un’esperienza quasi ipnotica, fino allo svelamento finale».

La cucina è come un laboratorio alchemico in cui i singoli ingredienti, mescolati, danno vita a pozioni prelibate. Può la felicità essere raggiunta attraverso i riti magici della cucina?

Ada Boni, nel suo celebre ricettario di fine 800, «Il talismano della felicità», doveva certamente pensarlo. Ma si può anche esser sazi nutrendo corpo e anima in altro modo: l’esaltazione dei sensi o la soddisfazione di bisogni intimi e finanche perversi, come può essere un omicidio. In scena si vuole rivivere la catarsi che porta con sé l’atto del mangiare/cucinare in un ambiente universale come appunto la cucina. Il pubblico è l’invitato speciale, che condivide con le cuoche- attrici palcoscenico e portate, pensieri e fatiche di due vite arrivate al limite della sopportazione. La preparazione del pasto diventa quindi il momento di confessione di un peccato grave − parliamo di due assassine − ma altrettanto necessario per le protagoniste che si illudono di trovare la loro felicità. I due monologhi confluiscono in un atto unico, il cui trait d'union è una radio che autonomamente decide cosa fare ascoltare e perché.

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Un podcast? Un programma di cucina? O il flusso di pensieri delle protagoniste che, misteriosamente, questa radio riesce a captare e trasmettere? A ogni spettatore sarà data una cuffia wireless, biglietto di sola andata per questo viaggio immersivo e sensoriale. Continuano le note: «Nella lavorazione dei podcast ci siamo avvalsi dell’aiuto di un sound artist che ha rielaborato i suoni di una cucina miscelandoli e integrandoli nelle storie, trasformate in due radiodrammi trasmessi simbolicamente da una radio. I piatti presenti nei testi vengono cucinati e gustati al momento e accompagnati da vino rosso sangue; la scenografia è una vera e propria cucina che permette di avere i fuochi accesi, e dunque ogni ingrediente emana il suo profumo fin dall’inizio. Il pubblico osserva la preparazione delle pietanze, scopre i segreti del mestiere, assiste alla trasformazione degli elementi, trattati come sostanze alchemiche da elaborare. Il parallelismo tra l’alchimia e la cucina è lampante: il riferimento alla figura dell’arcano I dei tarocchi, nominato anch’esso nelle storie ascoltate, richiama fortemente il mestiere del cuoco, che ha in mano tutti gli strumenti del lavoro: la coppa, che è il pentolone del mondo, il bastone, che è il mestolo con cui amalgama gli ingredienti, e la spada-mannaia per tritare. Mette ordine al caos, così come le protagoniste mettono ordine nella loro vita».

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