Teatro Tram, ultimo spettacolo “Controvento” all'Orto Botanico

Teatro Tram, ultimo spettacolo “Controvento” all'Orto Botanico
Venerdì 23 Luglio 2021, 18:13
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Giordano Bruno, Eleonora Pimentel Fonseca, Giambattista della Porta e una “Janara”, sono i quattro personaggi dell’ultimo appuntamento con “Storie al verde”, la rassegna itinerante del Teatro Tram nei giardini di Napoli che ha preso il via a inizio luglio nel giardino segreto di via Foria con lo spettacolo “Vino Stories”, spostandosi poi a casa Tolentino al corso Vittorio Emanuele, dove è andato in scena “Indomite”. Ora, per l’ultimo appuntamento della rassegna, martedì 27 e mercoledì 28 luglio, è la volta dell’Orto Botanico, in via Foria 223, dove la formula dei quattro monologhi che ha caratterizzato la rassegna vedrà debuttare “Controvento. Quattro pezzi eretici”.

Lo spettacolo inedito, scritto e diretto da Gennaro Esposito con Giuseppe Di Gennaro, Antonio D’Avino, Federica Flibotto, Angela Bertamino. In quattro diversi punti della scena, i quattro attori vestiranno, rispettivamente, i panni di Giordano Bruno, il filosofo nolano condannato al rogo dall’inquisizione, Giambattista della Porta, scienziato e umanista, nonché commediografo partenopeo, Eleonora Pimentel Fonseca, patriota e figura chiave della rivoluzione partenopea del 1799, e una “Janara”, nella tradizione campana beneventana, una donna che possiede la conoscenza dell’occulto e dei riti magici.

Storie di uomini e donne che hanno sacrificato la loro vita alla ricerca di un ideale, finendo vittime del pregiudizio e dell’intolleranza. Lo spettacolo rientra nella programmazione di “Brividi d’Estate” organizzata da Il pozzo e il pendolo teatro.

«Controvento è stata per me l’occasione di poter “giocare”, di potermi divertire a dar voce ad alcuni dei personaggi simboli della nostra storia, nazionale e cittadina. Nel pensarli nella nostra contemporaneità, senza però per questo perdere la forte matrice delle loro storie e del loro tempi, mi sono chiesto quali pensieri avrebbero su di noi, su di loro e sul risultato del loro lavoro e delle loro fatiche, misurandole con la nostra quotidianità. Penso che per gli spettatori sarà interessante vederli in diversi momenti della loro intimità, mentre, convinti di “non essere visti” si liberano dai loro pensieri, dei loro pesi e delle loro storie», racconta il regista Esposito, classe 1992.

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