Sala Assoli, omaggio a Enzo Moscato: in quattro per dire «We love Enzo»

«We love Enzo» s'intitola l'omaggio, sotto l'egida di Casa del Contemporaneo, composto da quattro spettacoli

Sala Assoli, omaggio a Enzo Moscato
Sala Assoli, omaggio a Enzo Moscato
di Luciano Giannini
Mercoledì 4 Gennaio 2023, 12:00 - Ultimo agg. 21:47
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«Creatura magica e profonda. Enzo è un alieno, che non è capito abbastanza, a volte perfino dai suoi attori. Perciò, decide di essere sempre più alieno, trovando in quell'alterità la forma migliore per essere, anche a costo dell'incomprensibilità. E il titolo scelto per questo nostro omaggio è bellissimo, perché esprime con semplicità il sentimento che nutriamo verso di lui». I primi giorni di gennaio, simbolici spartiacque tra l'anno vecchio e il nuovo, sono un tempo eccellente per volgere lo sguardo verso Moscato, simbolo di un altro spartiacque, tra la Napoli eduardiana e quella vomitata dal terremoto del 1980; tempo eccellente per parlarne e per amarlo. Le sincere e accorate parole, riportate qui sopra, di una delle sue attrici più fedeli, Cristina Donadio, ne sono testimonianza.

«We love Enzo» s'intitola l'omaggio, sotto l'egida di Casa del Contemporaneo, composto da quattro spettacoli e in programma sul palcoscenico di un luogo emblematico come Sala Assoli: «Play Moscato» con Tonino Taiuti, debutterà stasera con repliche fino a domenica prossima; «Ritornanti», con lo stesso drammaturgo assieme alla Donadio e a Giuseppe Affinito, sarà rappresentato dall'11 al 15; «Pièce noire», diretto e interpretato da Affinito, dal 18 al 22; infine, «Ultimo arrivato...

a casa Moscato», di e con Benedetto Casillo, dal 25 al 29. Come prezioso corollario, sino a domenica, dopo lo spettacolo, sarà proiettato il film «Rasoi», di Mario Martone. 

Taiuti: «Enzo è un poeta contemporaneo con i piedi nel passato; è popolare e colto come un trattato di filosofia. Lo conosco da 40 anni, dai tempi in cui presentò Scannasurice a Metropoli tatuata, piccola rassegna che organizzai assieme a Silvio Orlando. Play Moscato vuole essere una sorta di concerto, una partitura, perché l'intento è esaltare il suono, la musica delle sue parole. In un percorso fatto da postazioni sistemate in circolo, accompagnandomi con la mia chitarra, proporrò brani del mio repertorio condiviso con lui nel corso degli anni: da Ragazze sole con qualche esperienza, a Rasoi e Arena Olimpia... frammenti che dischiudono un mondo. Non ci frequentiamo da anni ormai, ma io Enzo non l'ho mai abbandonato».

«Quest'omaggio è la maniera migliore per cominciare l'anno. Lo facciamo nel segno di un teatro di frontiera, fuori dagli schemi, ai quali quasi tutto il mondo è ormai asservito», rilancia la Donadio: «Scegliere Ritornanti non è casuale. Nel solco della Ortese, che ispirò il titolo, torniamo insieme io e Enzo dopo lungo tempo, in una versione remix dell'allestimento che debuttò a Sant'Arcangelo. E tornano insieme le sue tre anime, Spiritilli, Little Peach e Cartesiana, altrettanti squarci di vita delle creature di un artista vero. Già allora decidemmo di farle salire in palcoscenico tenendosi per mano; lo stesso avverrà oggi. E sarà interessante vedere come saranno diventate, perché intanto ciascuno di noi è cambiato. All'epoca, per esempio, Giuseppe Affinito era uno spiritillo di sette anni; mentre ora farà da collante, da contrappunto ai monologhi. Anche lui è un ritornante, uno spirito magico che unirà Nannina, Totore e l'aria misteriosa di Spiritilli; l'ingresso a gamba tesa della spogliarellista Little Peach; Miss Nciucio e Chachacha di Cartesiana. Abbiamo tanta voglia di giocare al diletto del teatro, nel nome di un suo artefice. Lo facciamo anche nel tentativo di trovare la spinta gusta per riflettere sul senso profondo di quest'arte». 

E Casillo? Come si evince dal suo titolo, Benedetto è «Ultimo arrivato in casa Moscato»: «Dopo tanti artisti illustri, mi presento io. Partirò dal mio antico repertorio nei Sadici Piangenti, per poi approdare presto ai brani dei suoi testi che ho recitato, Napoli 43, Raccogliere e bruciare, Ronda, Il museo del polo estinto e Occhi gettati. Enzo è il poeta della Napoli più carnale. Anch'io sono nato in un vicolo; ci accomunano l'età, il modo semplice di stare in scena, e le viscere partenopee. Mi accosto all'impresa con l'umiltà dei piccoli, la stessa che lui mi ha offerto come lezione di vita e di arte».

Dal passato al futuro: «Pièce noir», secondo il giovane Giuseppe Affinito, che per la prima volta calcò la scena con Moscato all'età di sette mesi e ora è attore, regista e autore: «Ebbene sì, lo tradirò. Ho messo mano al testo, l'ho ridotto a un solo tempo, dimezzato il numero degli interpreti, salvando la sostanza, però». Cosa verrà fuori? «Una favola dark, una sorta di thriller pop-rock. Dalla casa del maestro parto, facendo tesoro della sua lezione: trova te stesso». 

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