Al Mercadante di Napoli va in scena «Il Purgatorio» di Federico Tiezzi

Al Mercadante di Napoli va in scena «Il Purgatorio» di Federico Tiezzi
Mercoledì 12 Gennaio 2022, 11:16
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Da martedì 18domenica 23 gennaio andrà in scena al teatro Mercadante l’allestimento firmato dal regista Federico Tiezzi de «Il Purgatorio». La notte lava la mente, ovvero Dante secondo il poeta Mario Luzi. Uno spettacolo imponente che dopo il successo riscosso al debutto al teatro Grande di Pompei all’ultima edizione della rassegna estiva del teatro Nazionale Pompeii Theatrum Mundi – un successo confermato lungo la tournée che ne è seguita – torna in scena a Napoli sul palcoscenico del teatro di Piazza Municipio.

Si tratta di una originale riscrittura del Purgatorio dantesco che il regista Tiezzi commissionò nel 1990 a Mario Luzi a comporre una trilogia teatrale dedicata alla riscrittura scenica della Commedia dantesca, andata in scena integralmente a Cividale del Friuli la notte del 27 luglio 1991.

A distanza di trenta anni – in occasione delle celebrazioni del settimo centenario della morte di Dante Alighieri – Federico Tiezzi riprende il progetto iniziando dal riallestimento, in modo del tutto nuovo, de «Il Purgatorio» perché è la «cantica dell’amicizia e dell’arte».

I personaggi sono musicisti, pittori e poeti, l’arte è ciò di cui si discorre, forse è una strada per la salvezza. Ma «Il Purgatorio» è anche «la cantica della speranza»: quella speranza di cui il momento storico presente ha bisogno più di ogni altra cosa, quella speranza che è volontà di un mondo diverso e anelito e movimento verso una migliore coscienza della realtà.

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Nel Purgatorio, come scrive Luzi «esiste il tempo», nel Purgatorio splende lo stesso sole che illumina la terra abitata: e le notti succedono ai giorni, i tramonti alle albe, mentre le anime parlano della vita passata con la nostalgia e la dolcezza di personaggi beckettiani. Sembra di essere ancora nello spazio storico dell’uomo, sulla Terra, ma toccato dalla grazia divina che dà alla vita, nella sofferenza quotidiana, dolcezza e appunto speranza. In questo luogo dove il tempo esiste il poeta, affaticato, può pensare di addormentarsi e di sognare.

Ed è la presenza dei sogni a fare una delle peculiarità di questa cantica, che si distende nella regia di Tiezzi come una grande seduta psicanalitica. Scrive Tiezzi: «La visione del mondo e dell’uomo che ci si offre dalle pagine della Commedia, opera che contribuisce alla nascita della cultura europea, nel punto di snodo tra l’evo antico e quello moderno, è tra le più vaste e profonde della letteratura di ogni tempo, nella sua consapevole capacità di abbracciare con l’umano tutta la realtà. Le radici della nostra cultura – filosofia, etica, estetica, politica, teatro – affondano nel poema».

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«La poesia di Dante – continua il regista – coglie e tramanda lo spirito profondo di quella cultura nella quale l’Europa ancora attinge le ragioni interiori del suo stesso esistere. Con questo lavoro vorrei mostrare come Dante non sia solo il teologo, il moralista, il politico che negli anni di scuola ci è stato mostrato: ma anche l’appassionato ricercatore di quella che lui stesso chiama l’umana felicità, cioè la piena realizzazione dell’uomo».

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