Al teatro Nest di Napoli in scena Barabba di Antonio Tarantino con Michele Schiano di Cola

Lo spettacolo per la regia di Teresa Ludovico si terrà il 21 e il 22 gennaio

Michele Schiano di Cola in scena
Michele Schiano di Cola in scena
Mercoledì 18 Gennaio 2023, 13:27 - Ultimo agg. 16:38
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Nuovo appuntamento della stagione teatrale Nest con Barabba, in scena al Nest il 21 e il 22 gennaio. Di Antonio Tarantino, regia di Teresa Ludovico, con Michele Schiano di Cola. 

L’opera è stata composta nel 2010 da Antonio Tarantino e pubblicata nel 2021 dalla casa editrice Cue press. Come si legge nella prefazione di Andrea Porcheddu al testo “Come nei suoi drammi d’esordio, torna a dare nuova vita ad un personaggio di ascendenza evangelica. Quasi integralmente in versi, in una lingua impietosa senza più privilegi di rango, dove si mescolano commedia e tragedia, il personaggio di Barabba incarna un teatro di emozioni in cui oscillano, come maschere appese a un filo, il nostro bisogno di salvezza, la nostalgia rabbiosa di un fondamento, di un’origine”.

L’opera fa parte di un ciclo che da tempo la regista Teresa Ludovico ha voluto dedicare al lavoro del maestro Tarantino.
 

Del suo incontro con Tarantino, la stessa Ludovico scrive: «Nel 1982 ho visto lo spettacolo “Stabat Mater” di Antonio Tarantino, interpretato da Piera Degli Esposti, e sono rimasta folgorata da quel potente flusso di parole fatte di carne.

Una scrittura magistrale che mi affascinava e mi intimoriva. Quando, qualche anno fa, Marco Martinelli ci propose uno studio per la messa in scena de “La casa di Ramallah”, ebbi un tuffo al cuore: ero eccitata dalla proposta e impaurita dalla verbosità della scrittura. Allora ho avvicinato il testo lentamente, cercando di assorbirlo ritmicamente e quando mi sono lasciata andare tutto è stato più semplice. Lo stesso è accaduto poi nella preparazione di “Namur”, “Cara Medea” e “Piccola Antigone”. Questi personaggi, spesso portatori di mitiche ferite, chiedono all’attore di essere incarnati così come si presentano: nudi e crudi, senza nessun giudizio. Frequentando negli anni il Maestro ho compreso la sua necessità di scorticare le belle parole per trovare la voce, magari rauca, di quella umanità che ha paura dell’altro, che si sente continuamente minacciata e che vive di doppiezza. Le storie di Tarantino si svolgono in interni, in spazi chiusi, ma sono sempre il riflesso del fuori e della Storia. Con leggerezza e ironia riesce a coinvolgere lo spettatore in temi di grande impegno sociale. Un teatro politico».

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