Il Trianon Viviani inaugura la nuova stagione con «La donna è mobile», regia di Francesco Saponaro

Il Trianon Viviani inaugura la nuova stagione con «La donna è mobile», regia di Francesco Saponaro
Venerdì 14 Ottobre 2022, 16:33
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Con questo spettacolo continua nel teatro della canzone napoletana il sostegno alla protesta delle donne iraniane: «Con la partecipazione di personaggi della cultura, attori, autori e registi e associazioni – spiega il direttore artistico Marisa Laurito – continuiamo a proporre al nostro pubblico il taglio delle ciocche di capelli da inviare all’ambasciata iraniana».

In occasione della “prima” interverrà Rosa Di Matteo, presidente di Arcidonna e coordinatrice dei centri antiviolenza di Napoli, assieme a operatrici della cooperativa Dedalus e delle Kassandre, nonché a donne che, proprio grazie a questi centri, hanno intrapreso i percorsi di fuoriuscita da casi di violenza maschile. Domenica parteciperà all’iniziativa il regista de “La donna è mobile”, Francesco Saponaro.

Domani, sabato 15 ottobre, alle 21, ci sarà l'inaugurazione della stagione 2022/2023 del Trianon Viviani con “La donna è mobile”, commedia-parodia musicale di Vincenzo Scarpetta.

La figura di Vincenzo Scarpetta è molto legata alla storia del Trianon, perché fu proprio il commediografo, musicista e capocomico a inaugurare il teatro, l’8 novembre 1911, con la fortunata commedia paterna “Miseria e Nobiltà”, nella quale debuttava nel ruolo di don Felice Sciosciammocca, segnando così il passaggio di testimone con papà Eduardo.

“La donna è mobile” andò in scena la prima volta nel 1918.

In essa Francesco Saponaro, che firma anche il disegno dello spazio scenico, intravede «echi di Petito e Marulli, il lirismo vibrante di Viviani e qualche sfumata complessità dai risvolti pirandelliani».

«Destreggiandosi in un nugolo di personaggi, che ricalcano gli echi della più nota drammaturgia scarpettiana, Vincenzo Scarpetta ci offre una raffinata e umoristica critica della società del suo tempo che in realtà non è affatto lontana dalla nostra. Giocando con equivoci e malintesi, travestimenti e lotte di classe, inseguendo l’amore e il danaro, è il riscatto sociale pacifico e scaltro, tutto arte della scena e teatro, ad avere la meglio. Gli ultimi gabbano i prepotenti che perdono le loro infauste e stolide imprese. Almeno a teatro è così».

L’azione è sorretta e arricchita da monologhi, duetti e terzetti musicati e cantati, presentati come parodie di famose arie di opera lirica. Il panorama musicale dell’Ottocento romantico viene ampiamente rivisitato grazie alla riscrittura comico-grottesca e alla rielaborazione dei testi. Si tratta di un’originale e particolare tessitura musical-drammaturgica che, pur partendo dai canoni del tradizionale stile scarpettiano, si distingue per l’impianto fortemente corale.

 

La commedia dialettale incontra la parodia dell’opera lirica, grazie alla capacità dell’autore, commediografo e musicista, di attraversare diversi registri e canoni essenziali della tradizione teatrale napoletana del tempo. Si va da “Rigoletto” e “La Traviata” di Verdi a “Cavalleria rusticana” di Mascagni, da “Guglielmo Tell” di Rossini a “La Bohème” di Puccini. Non mancano deliziose citazioni dell’operetta e rielaborazioni parodiche di grandi successi di inizio Novecento per finire con marce e balletti composti dallo stesso Vincenzo Scarpetta.

La direzione musicale è di Mariano Bellopede, che ha curato anche gli arrangiamenti. «Grazie al sodalizio con gli artisti coinvolti e con il maestro Mariano Bellopede, la musica guida, in un gioco pirotecnico, il tessuto emotivo della messa in scena e libera suggestioni che viaggiano ben oltre il confine partenopeo: Vincenzo Scarpetta era un artista raffinato e, seguendolo, abbiamo scoperto che la partitura può essere contaminata dal guizzo nomade del napoletano curioso, dagli States al Sud America, dal Mediterraneo all’Estremo Oriente» conclude Saponaro.

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