Art à manger: tra tele e sculture la spesa al supermarket

Art à manger: tra tele e sculture la spesa al supermarket
Art à manger: tra tele e sculture la spesa al supermarket
di Salvio Parisi
Martedì 30 Marzo 2021, 23:55
2 Minuti di Lettura

No, non finiremo per comprare arte su Amazon e non acquisteremo opere contemporanee tra gli scaffali di Ikea. 

«Aggiungi al carrello» è la provocazione partenopea ad armi bianche che cinque artisti hanno letteralmente calato tra i cassetti di ortaggi, il banco del caffè o la vetrina di salumi e formaggi di un supermercato tra i vicoli salottieri di Chiaia col preciso fine di denunciare come i movimenti artistici non stagnano nelle teche dei musei o nelle stanze delle gallerie in attesa di una nuova fruibilità, ma evadono (dall’inglese “escape”) verso le persone più che verso i luoghi. 

Ideatori della singolare iniziativa, Carla Travierso e Luigi Solito partono da due punti: il primo è la sana constatazione che in zona rossa e restrizione pandemica l’ipermercato resta ancora un luogo di libera circolazione, seppur contingentata, e il secondo è la necessità di un nutrimento dell’anima che certa poesia, cultura e arte contemporanee riescono vivadio ad assolvere. 

 

Gourmeet in via Alabardieri ospita per tre settimane (da questa prepasquale) le installazioni, alcune site-specific, di cinque artisti di stanza a Napoli e Roma: Laura Niola, Francesca Matarazzo, Christian Leperino, Maurizio Savini e Ryan Mendoza.

A ognuno di loro Solito e Travierso, gallerista e curatrice, hanno chiesto di supportare questo progetto tra “glocal” e sociale con un’incursione attiva e tangibile che riesca a scalfire il silenzio in cui da mesi il percorso artistico e il suo rapporto col pubblico sono confinati.

Nel processo di democraticizzazione innescato dal linguaggio contemporaneo, questi artisti includono la vicinanza fisica e tattile con l’opera che polemizzando con la stasi del settore dialoga al contempo con l’immediatezza visiva e cognitiva dell’avventore, del visitatore o del consumer e perché no del buyer potenziale.

Arte pret-à-porter, al kilo e all’incanto: metti una tela o una scultura nel carrello della spesa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA