«Panorama Italics»: Procida anticipa il 2022 e parte dall’arte diffusa

«Panorama Italics»: Procida anticipa il 2022 e parte dall’arte diffusa
«Panorama Italics»: Procida anticipa il 2022 e parte dall’arte diffusa
di Salvio Parisi
Sabato 4 Settembre 2021, 10:25
3 Minuti di Lettura

Ecco il miglior modo per spendere il primo weekend di settembre: una full immersion su e giù per la più piccola ma già più battuta delle isole campane.

Verso Procida 2022 non è solo l’hashtag che da poco sta invadendo web e social, ma l’idea di partenza con cui quelli di Italics, il più energico consorzio di galleristi italiani, hanno pensato in pandemia e messo in scena il 2 settembre pomeriggio il primo atto di “Panorama” proprio sullo scoglio di Procida, ovvero una galleria grande quanto l’isola, una mostra diffusa tra musei, giardini, terrazze, chiese, vicoli, piazze, panorami, negozi, case private e cocktail bar da Terra Murata (con lo stupefacente carcere di Palazzo d’Avalos) al Centro Storico, la Corricella, San Giacomo fino al porto, andata e ritorno.

Turisti e galleristi, artisti e pescatori, villeggianti e curatori, curiosi e collezionisti, giornalisti e art lover: è questa la pacifica e ordinata invasione “contaminata” dal mattino alle prime ombre della sera tra il 2 e 5 settembre che il curatore Vincenzo De Bellis (direttore associato e curatore per le arti visive del Walker Art Center di Minneapolis) e Agostino Riitano, direttore di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022, hanno auspicato con questo goliardico progetto non-solo-artistico, voluto proprio nei luoghi più suggestivi o trasversali dell’isola, caratterizzati da una forte vocazione intellettuale e da una natura potente.

 

L’intero progetto è nato da un’idea di Lorenzo Fiaschi (Galleria Continua), presidente Italics, e Pepi Marchetti Franchi (Gagosian), vicepresidente, assieme ai soci promotori Alfonso Artiaco, Ludovica Barbieri (Massimo De Carlo), Massimo Di Carlo (Galleria dello Scudo), Francesca Kaufmann (Kaufmann Repetto), Massimo Minini, Franco Noero e Carlo Orsi.

Per la prima volta in Italia si concertano oltre sessanta tra le più autorevoli gallerie d’arte antica, moderna e contemporanea attive lungo tutto lo Stivale (tra cui sette partenopee), che hanno portato circa quarantacinque opere tra pittura, scultura, video, performance e installazioni provenienti da svariati contesti storici e produttivi in venti siti espositivi diffusi: «sottolineare il rapporto fra l’opera e uno spazio estremamente connotato qual è quello dell’isola, il potenziale sociale, inteso come tentativo di rinnovare la comunicazione o la fruizione dell’arte e il dialogo con le istituzioni» così De Bellis e Riitano. 

Da Depero e Warhol, passando per Matthias Stomer e Filippo Tagliolini, a Fontana e Paladino, Giulio Paolini, Daniel Buren, Massimo Listri, Marisa Albanese e poi Chen Zhen, Marinella Senatore, Ibrahim Mahama, Elisabetta Benassi, Tomàs Saraceno o Giulia Piscitelli per citarne solo alcuni dei più e meno internazionali.

Tra i più ammirati e scattai dai visitatori: l’incursione cartacea di Marcello Maloberti che coi suoi “Malincuore” ha contaminato vetrine, portoni, buche postali e cassonetti o la scultura site specific di Nicola Samorì sul monumento dei caduti in Piazza Martiri o alla Corricella i tessuti di Francesco Simeti mimetizzati tra i panni stesi dei residenti o ancora i “portacenere” con link telefonico di Francesco Pedraglio sui tavolini del bar Malazè.

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