Detenuto modello e killer spietato, la doppia vita di Igor-Ezechiele

Detenuto modello e killer spietato, la doppia vita di Igor-Ezechiele
Detenuto modello e killer spietato, la doppia vita di Igor-Ezechiele
Lunedì 10 Aprile 2017, 19:55 - Ultimo agg. 19:56
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Doppio come identità e doppio anche nei comportamenti. Igor-Ezechiele, il killer spietato che ha seminato morte e paura nella 'bassà tra Bologna e Ferrara, pare avere avuto due vite parallele. Da un lato quella di Igor Vaclavic, russo, ma dall'altra anche quella di Ezechiele Norberto Feher, serbo, nato a Sobotica, come si definisce in un suo profilo personale scoperto su Facebook (e oggi il comandante generale dei Carabinieri, Tullio Del Sette, ha spiegato che il killer è effettivamente serbo e «ricercato nel suo paese per rapina con violenza sessuale»).

Da un lato l'uomo senza pietà negli occhi capace di uccidere in una settimana Davide Fabbri, titolare del bar di Budrio dove tentava di mettere a segno una rapina, e, in un controllo casuale, la guardia ambientale volontaria Valerio Verri, a Portomaggiore; dall'altro il detenuto modello che nel carcere di Ferrara non sgarrava mai, puliva la chiesa, partecipava al coro e al catechismo.

Da un lato l'autore dei colpi tra Ferrara e Rovigo vestito da guerriero ninja, con arco, faretra sulle spalle, coltello legato ad una gamba, bandana nera in testa, oppure il rapinatore armato di ascia; dall'altro le foto su Facebook in giacca e cravatta in giro per Ferrara, a farsi fotografare con i «cosplay», gente che si traveste come personaggi dei fumetti, e i monumenti della città. E nel suo album sul social, Ezechiele-Igor si mostra in una foto insieme a quello che definisce «un grande amico», don Antonio Bentivoglio, il cappellano del carcere dell'Arginone di Ferrara, dove ha scontato la sua pena per i colpi del passato.

Proprio da questa foto sarebbe arrivata la conferma che Igor ed Ezechiele sono la stessa persona. «In carcere non ha mai sgarrato - ha ricordato nei giorni scorsi don Antonio - ha sempre seguito il regolamento carcerario. Lo chiamavo per fare le pulizie della chiesa, era bravo in cucina. Partecipava alle attività del carcere: faceva il catechismo, partecipava al coro, si impegnava nella varie iniziative che si fanno in carcere».

Quindi una persona molto distante dal 'Rambo-killer' degli ultimi giorni: «Io non lo conosco così. È vero comunque che era taciturno, non si apriva mai troppo, non si sbilanciava.
Parlava solo della sua vita in carcere, non del passato. Secondo me non è mai stato proprio sincero in carcere. Alla fine penso che non era introverso, lo faceva in maniera voluta di non svelarsi. Non l'ho mai trovato troppo sincero. Credo che la sua vita in carcere fosse tutta una falsità. Voleva dimostrare di essere una cosa che non era». Una doppiezza che è finita anche nella sua storia giudiziaria recente, quella riguardante gli omicidi: per l'assassinio di Verri la procura di Ferrara ha rubricato gli atti con il nome di Igor); la Procura di Bologna per l'omicidio di Davide Fabbri, ha intestato il fascicolo a Ezechiele. 
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