A Scampìa «Un albero per Gelsomina» piantato dai bimbi della «Montale»

A Scampìa «Un albero per Gelsomina» piantato dai bimbi della «Montale»
di Giuliana Covella
Mercoledì 28 Novembre 2018, 19:26
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Un gelsomino come il nome di Gelsomina Verde, la ragazza di 22 anni che fu tra le prime vittime innocenti della faida di Scampìa. «Un albero in memoria di Gelsomina» è l’iniziativa presentata al circolo didattico Montale di via Fratelli Cervi, nata dalla collaborazione tra l’assessorato ai Giovani del Comune di Napoli, l’associazione «Chi rom e...chi no» e l’istituto. A piantare l’alberello dedicato alla giovane donna uccisa il 21 novembre 2004 sono stati i piccoli alunni della scuola primaria e le loro mamme, insieme al personale scolastico.
 
 


Presenti associazioni e istituzioni. A promuovere la giornata commemorativa, alla presenza dell’assessore comunale all’Istruzione Annamaria Palmieri, del dirigente del commissariato di polizia Scampìa Giovanni Mandato, della dirigente scolastica Paola Carnevale e della responsabile del plesso Lydia Santangelo, è stata l’amministrazione comunale. «La bellezza di questi bambini - ha detto l’assessore Palmieri - viene quotidianamente coltivata dalla loro preside e dai loro insegnanti, per trasformarla in competenza e creatività. Solo la sinergia tra scuola, famiglia e istituzioni può far venir fuori questa bellezza. La sfida più difficile è questa». «Per descrivere questa iniziativa vorrei fare mie le parole della poetessa Lucy Larcom, “Chi pianta un albero pianta una speranza”. Ecco a Scampìa abbiamo piantato una speranza per i giovani - rimarca l’assessore Clemente - piantumare l'albero di Gelsomina Verde nei giardini del circolo didattico Montale ha un grande valore, è il simbolo per tutti della lotta contro la camorra e di come essa non si ferma davanti a nessuno, ma anche simbolo di generosità e giovinezza. La visione dell'albero e del murales rappresenta i sogni, i desideri e le speranze di Mina, che vivranno nei nostri giovani in eterno». «Abbiamo deciso di ricordare Mina, piantando un segno di vita in sua memoria - spiega Barbara Pierro, di «Chi rom e…chi no» - ossia un gelsomino come guardiano del diritto alla vita e a alla felicità, soprattutto dei più piccoli, presente, futuro e speranza di Scampìa e della città di Napoli». 

Nessuno dei bimbi ovviamente conosce la storia della giovane vittima di camorra, come ricorda la preside: «Lavoriamo con le associazioni e l’intento è rendere la scuola comunitaria. Abbiamo accolto l’iniziativa perché Gelsomina poteva essere una delle loro mamme ed è un simbolo di cui fare memoria per i nostri bambini, per i quali la scuola rappresenta diritti, rispetto e legalità». Quattrocento ottanta i bimbi del plesso di via Fratelli Cervi, che si sono riuniti intorno all’albero. Tra i presenti Patrizia Palumbo, dell’associazione Dream team, Pasquale Leone di Libera e Maria De Marco, consigliere dell’ottava Municipalità, che sottolinea: «Questa giornata è ciò di cui Scampìa ha bisogno. Questi bambini hanno piantato semi di memoria, cultura e educazione che daranno i loro frutti». La piantumazione dell’albero è stata anche l’occasione per un’altra iniziativa di «Chi rom e…chi no», capofila del programma Infanzia Prima sostenuto dalle Fondazioni Cariplo, San Paolo e Con il Sud progetto Bubamara Econido Condiviso: il percorso creativo e di narrazione realizzato con 160 bambini, con le maestre del V circolo Montale, con gli artisti Gianluca Raro e Selvaggia Filippini, che ha portato alla creazione di un murales dedicato ai sogni, diritti, desideri di ogni bambino, dal titolo “C’era una volta la terra di Malala…”, ispirato alla rete di Pangea e al Giardino dei cinque continenti, alla lotta di Malala e di quanti si battono per un quotidiano di pace e di giustizia sociale.
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