Superare le barriere a passo di danza l'ambizioso progetto di Gabriele Cretoso

Carmine Mellone
Carmine Mellone
di Diego Scarpitti
Martedì 2 Novembre 2021, 20:23
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«Imparare a camminare ti rende libero. Imparare a danzare dà la più grande libertà: esprimere con tutto il tuo essere la persona che sei». A Rio 2016 le medaglie paralimpiche sono state 39, a Tokyo 2020 addirittura 69. In Giappone è stato ampiamente superato il bottino del Brasile, con un bilancio estremamente positivo, che intende essere un messaggio di civiltà e speranza. Sono i germi di una nuova Italia che vuole ripartire di slancio e desidera anche superare le barriere a passo di danza. E da Napoli parte un progetto che guarda al futuro, con entusiasmo e ottimismo.

«Gabriele Cretoso si è caricato una vera missione: accompagnare tante ragazze e tanti ragazzi con disabilità lungo il percorso della danza paralimpica come viatico per renderli più autonomi e più sicuri nell’affrontare la vita. Un lavoro encomiabile e meritorio», spiega convinto Carmine Mellone, presidente Cip Campania. Tecnico federale e membro della commissione paralimpica nazionale Fids, responsabile della Danza Paralimpica Midas in Italia, dal 2013 al 2019 Gabriele Cretoso ha guidato alla vittoria del Campionato italiano paralimpico (Mix Open U) un gruppo di ragazzi diversamente abili e non solo. Affascinante la sfida intrapresa da Mariangela Correale, che si è cimentata in un percorso sportivo in carrozzina (wheelchair dance–balli di coppia in sedia a rotelle) presso l’associazione dilettantistica Gabry Dance, fino ad approdare alla Nazionale italiana paralimpica e ai successi internazionali.

«E’ una esperienza che parte da lontano, quando, con grande scetticismo ed incredulità, comincio a pensare ad un improbabile accostamento tra la disciplina sportiva agonistica e bambini con gravi disabilità motorie e deficienze psicofisiche», osserva Cretoso, illustrando il suo impegno, volto a migliorare il movimento e le prestazioni sportive, recuperare anche parzialmente la funzionalità di arti «compromessi», con grandi benefici indotti dalla pratica della danza, favorendo così inclusione e integrazione sociale. Da qui «Il maestro di danza paralimpica», il nuovo testo che si presenta come guida pratica per la preparazione e la formazione, indicazioni concrete per tracciare la rotta.

Una guida di riferimento vista la domanda crescente di tecnici preparati, in grado di mettersi in gioco. Una sfida ai propri limiti. Strategie, strumenti e metodi adatti per una formazione adeguata, considerato lo stretto legame tra danza e disabilità.

«Conto di sensibilizzare le istituzioni per l’inserimento della danza sportiva paralimpica nelle scuole dell’Infanzia, primarie e secondarie», auspica Cretoso, immaginando un lavoro sinergico con la Regione Campania e gli enti locali. «Obiettivo ambizioso portare la danza sportiva all’interno dei plessi scolastici. Occorre un programma di studio e un piano di formazione specifico, per aggiornare gli insegnanti che si interfacciano con ragazzi con disabilità intellettivo-relazionali. «Quel pensiero» inizialmente solo intravisto può diventare realtà, un grande progetto che troverà sicuramente ampio consenso e incrementerà certamente il numero degli operatori in questa specialità», afferma Piercarlo Pilani, presidente nazionale Maestri italiani di danza sportiva (Midas).

Educare alla sensibilità e alla professionalità senza improvvisare. «È fondamentale preparare i maestri di danza paralimpica con una attività di formazione mirata a creare le condizioni ottimali, perché il progetto danza sportiva paralimpica possa decollare nel modo giusto», conclude Ciro Spina, tecnico federale Fids e membro della Giunta nazionale Midas. Campania laboratorio di proposte sportive.

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