Don Ciotti inaugura il presidio di Libera a Pianura: «Gigi, Paolo e Palma sono vivi nella memoria collettiva»

Don Ciotti inaugura il presidio di Libera a Pianura: «Gigi, Paolo e Palma sono vivi nella memoria collettiva»
di Giuliana Covella
Mercoledì 31 Gennaio 2018, 14:40 - Ultimo agg. 14:42
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«Con molti di voi ci siamo conosciuti pochi giorni dopo la morte di Gigi e Paolo, assassinati. Poi ho avuto il privilegio e la fortuna di incontrare le loro famiglie e un eccezionale parroco, don Vittorio, di cui mi ricordo i momenti di riflessione e preghiera per chi non c’è più. Ritorno volentieri a Pianura, come quando venni all’inaugurazione di questo luogo. Per me le persone a cui viene dedicato oggi questo presidio non sono morte, ma - vi prego - vive. La memoria diventa viva quando noi ci assumiamo la nostra parte di responsabilità perché i sogni, le speranze e le fatiche delle loro famiglie devono continuare a vivere». Sono le parole con cui don Luigi Ciotti, referente nazionale di Libera, ha inaugurato stamattina il nuovo Presidio di Pianura. L’evento si è svolto presso la “Casa del Giovane” in via Vicinale Pignatiello, 15, dove c’è un bene confiscato alla camorra. Alla cerimonia hanno partecipato esponenti di associazioni, scuole e parrocchie che intendono mettere insieme in campo il loro impegno contro le mafie e per la giustizia sociale e i diritti di cittadinanza. Oltre a don Ciotti - introdotto dal referente del Presidio Francesco Gargiulo - sono intervenuti i referenti provinciali e regionali di Libera, rispettivamente Antonio D’Amore e Fabio Giuliani, Luigi Cuomo, presidente nazionale di Sos Impresa, Raffaele Del Giudice, vice sindaco di Napoli, Marzo Lanzaro, vice presidente della IX Municipalità, Rosario Stornaiuolo di Federconsumatori e i familiari di vittime innocenti della criminalità. In primis quelli di Paolo Castaldi, Gigi Sequino e Palma Scamardella, a cui è stato intitolato il Presidio. «Da qui partì la morte quando i nostri figli furono assassinati - commenta Vincenzo Castaldi, papà di Paolo, ucciso insieme all’amico Gigi Sequino la sera del 10 agosto 2000, perché scambiati per guardaspalle del clan Lago - ed oggi grazie alle associazioni e alle parrocchie del territorio questo luogo che apparteneva alla camorra (al clan Pesce-Marfella, ndr) è della comunità. Sin dall’inaugurazione infatti qui si svolgono attività e laboratori di arte, ceramica, musica e teatro destinati ai giovani del quartiere».
 
 

A fargli eco è Emanuela Sannino, figlia di Palma Scamardella, ammazzata a 35 anni il 12 dicembre 1994 in un agguato di camorra e di cui si attende l’intitolazione del piazzale antistante la stazione della Circumflegrea a Pianura, come sollecitato da Luigi Panico direttore editoriale de La Voce di Pianura ed accolta con parere favorevole dall'assessore ai Giovani Alessandra Clemente: «Questo è un segnale importante ed è come se tutti noi familiari di vittime innocenti volessimo portare le nostre esperienze di legalità al quartiere e soprattutto ai giovani». E di giovani oggi nel bene confiscato ai clan a Pianura ce n’erano tanti. Tra questi gli alunni dell’istituto comprensivo “Massimo Troisi”. «Già la sede centrale della nostra scuola in via De Chirico è intitolata a Gigi e Paolo - spiega la dirigente Elena Manto - è particolarmente importante che i nostri ragazzi vedano questi esempi positivi, piuttosto che “Gomorra”». A fare da padrone di casa il parroco don Vittorio Zeccone: «da qui partirono gli esecutori materiali di Gigi e Paolo ed è per questo che il bene doveva ritornare alla comunità di Pianura. Oggi aggiungiamo un altro tassello per la collettività».
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