Pietro Ioia, attivista per i diritti umani, premiato da Ilaria Cucchi: «È per tutti i detenuti»

Pietro Ioia, attivista per i diritti umani, premiato da Ilaria Cucchi: «È per tutti i detenuti»
di Giuliana Covella
Domenica 13 Ottobre 2019, 18:11
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Da narcotrafficante internazionale di hashish e cocaina e affiliato ai clan che un tempo comandavano al centro storico di Napoli, ad attivista per i diritti dei detenuti. Pietro Ioia, napoletano doc, è stato insignito a Roma del Premio Diritti Umani Stefano Cucchi onlus, promosso dall’omonima associazione. A consegnare il riconoscimento allo spazio indipendente Angelo Mai, nel corso della prima della due giorni del Quinto Memorial Stefano Cucchi, è stata Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, morto il 22 ottobre 2009 mentre era sottoposto a custodia cautelare. Dopo aver scontato i suoi reati, piccoli e grandi, in oltre vent’anni di carcere Ioia, che oggi è presidente dell’associazione Ex Don,  attore e scrittore, è diventato il simbolo della difesa dei diritti di chi vive dietro le sbarre, diritti che non sempre vengono rispettati. Storie di cui ha ampiamente  raccontato nel suo primo libro, “La cella zero”, ispirato alla famosa cella delle torture all’interno del carcere di Poggioreale, per la quale c’è un processo in corso nel quale sono accusati 12 agenti di polizia penitenziaria. Insieme a Ioia sono stati premiati Giuseppe Gulotta (entrato in carcere da innocente, dato che a 18 anni si è auto accusato di aver ucciso due giovani carabinieri: la sua confessione era stata estorta con botte, violenze e torture) e la comunità Sikh di Latina che porta avanti la battaglia per i diritti dei lavoratori nell’Agro Pontino. «Sono storie di giustizia negata. Hanno fatto sentire la loro voce e vogliamo contribuire alle battaglie che portano coraggiosamente avanti», ha sottolineato Ilaria Cucchi, presidente dell’associazione. «La mia famiglia, da dieci lunghi anni, sa bene cosa vuol dire trovarsi davanti a muri da abbattere - ha aggiunto - Camminiamo insieme nella lotta per una giustizia che sia tale anche per gli ultimi: il velo può essere squarciato». «Visto che nessuno vi dedica mai niente, questo premio è per voi - ha detto Ioia, rivolgendosi ai tanti detenuti delle carceri italiane e del mondo - e per il popolo curdo».
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