«Mare fuori», il comandante Carmine Recano: «Raccontiamo la speranza per questi ragazzi»

«Mare fuori», il comandante Carmine Recano: «Raccontiamo la speranza per questi ragazzi»
di Giuliana Covella
Lunedì 19 Ottobre 2020, 22:30 - Ultimo agg. 20 Ottobre, 20:50
3 Minuti di Lettura

«Il messaggio di questa serie è che oltre il buio c’è una luce di speranza». Non ha perso l’umiltà degli inizi della sua carriera Carmine Recano (nella foto di Sabrina Cirillo), il “comandante” Massimo Esposito nella fiction di Rai2 “Mare Fuori”, nonostante sia diventato uno dei giovani attori italiani più amati dal pubblico. Con la serie in 6 puntate (la penultima andrà in onda mercoledì 21 ottobre) diretta da Carmine Elia, la seconda rete Rai ha raddoppiato gli ascolti: è arrivata a 1,8 milioni di spettatori pari al 7,34% di share nel primo episodio e 1,8 milioni di spettatori e l’8,7% nel secondo episodio.

Giovanissimo il pubblico che ogni mercoledì, alle 21.20, è incollato davanti allo schermo per seguire le vicende dei ragazzi di un istituto penitenziario minorile di Napoli: «l’età è tra i 19 e i 24 anni - dice l’attore - evidentemente perché si identificano in quelle storie che raccontiamo». Storie di cui si sono innamorati tanti telespettatori, storie che sono quelle di ragazzi che hanno intrapreso, loro malgrado, un percorso sbagliato dal quale però riescono ad uscire proprio grazie al loro comandante. «Il bello di questa serie è che racconta storie e realtà diverse - rimarca Recano, 40 anni a novembre e papà di un bimbo nato 8 mesi fa - così sfatiamo anche il mito di Napoli come unica città dove accadono certe cose». 

Video

La fiction, girata tra Napoli, Salerno e Roma, vede accanto a Recano come protagonista Carolina Crescentini, la ferrea direttrice del penitenziario con cui all’inizio Esposito si scontra: «Appena arrivata il rapporto tra i due è molto conflittuale, perché lei è una direttrice rigida, mentre il comandante ha più uno spessore umano.

Poi lei a poco a poco si ammorbidisce». E sulla sua partner sullo schermo ammette: «oltre ad essere un’attrice straordinaria, Carolina è una donna molto intelligente».

Ma come ha fatto Carmine a interpretare il ruolo di un duro dal cuore tenero? «Non volevo fosse un cliché, infatti Massimo è molto paterno con i giovani reclusi e riesce a instaurare con loro un rapporto empatico per far capire che rispetto all’attuale condizione possono sperare in un futuro diverso». Girato da luglio a novembre 2019, la serie ha atteso il post Covid per essere trasmessa. E, paradossalmente, la messa in onda coincide con uno degli ultimi episodi di cronaca che a Napoli hanno visto morire un ragazzo di 17 anni (Luigi Caiafa, ucciso dopo un tentativo di rapina il 4 ottobre scorso, ndr). Episodio che invita ad una riflessione: c’è una speranza per i ragazzi di questa città? «Deve esserci - risponde Recano - Sulla città di Napoli c’è un pregiudizio. E “Mare Fuori” non vuole essere una serie sulla camorra, ma sulla speranza che può rinascere anche da giovani che hanno sbagliato lungo il loro percorso di crescita», conclude.

© RIPRODUZIONE RISERVATA