Napoli Est, Emporio della Solidarietà nel bene confiscato: così la parrocchia sostiene le famiglie in difficoltà

Napoli Est, Emporio della Solidarietà nel bene confiscato: così la parrocchia sostiene le famiglie in difficoltà
di Alessandro Bottone
Martedì 3 Novembre 2020, 16:51
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Difficoltà economiche e condizioni di povertà riguardano sempre più famiglie delle periferie di Napoli messe in ginocchio dalle restrizioni per arginare la diffusione del virus. Speranza e valido sostegno arrivano attraverso l'Emporio della Solidarietà realizzato nel quartiere San Giovanni a Teduccio, nella zona orientale della città, in un bene confiscato alla camorra.

In campo la parrocchia di San Giuseppe e Madonna di Lourdes, guidata da don Modesto Bravaccino, che oggi ha ottenuto dal Comune di Napoli l'aggiudicazione definitiva dell'immobile al civico 11 di piazza Capri, nel cuore del «Rione Villa», da tempo al centro di fatti criminali e di equilibri sempre più delicati. Da aprile scorso nei sessanta metri quadrati - in concessione d'uso a titolo gratuito per sette anni - è stato creato uno spazio nel quale si conservano e distribuiscono generi alimentari a sostegno delle famiglie disagiate del quartiere di Napoli Est. Proprio in pieno lockdown della scorsa primavera, infatti, la parrocchia ha attivato l'iniziativa per rispondere alle urgenti esigenze delle persone che non hanno soldi per comprare cibo e altri beni di prima necessità.

Chi ha bisogno entra in contatto con la parrocchia di don Modesto e, dopo un colloquio con gli operatori, riceve una «Donocard» con un numero di crediti proporzionali alle condizioni socio-economiche del nucleo famigliare: reddito, numero di componenti, presenza di bambini, eccetera. Nel solo mese di ottobre sono state novantotto le famiglie che hanno richiesto il sostegno. Oltre mille, invece, quelle aiutate da aprile scorso con otto tonnellate di aiuti distribuiti. Pasta, riso, farina, legumi, latte, olio, succhi di frutta, biscotti, carne in scatola, formaggi e tanto altro cibo è arrivato nel bene di piazza Capri grazie al sostegno del Banco delle Opere di Carità di Caserta. Non sono mancati gesti di grande solidarietà da parte dei cittadini di San Giovanni a Teduccio che hanno portato in parrocchia gli alimenti più richiesti e più costosi, come l'olio e prodotti per bambini. Anche alcuni commercianti della zona hanno donato merce all'Emporio.

Non una pratica di assistenzialismo tiene a evidenziare don Modesto Bravaccino che dal 2010 segue la comunità parrocchiale della periferia orientale. Difatti, i cittadini che hanno bisogno di cibo non ricevono un "pacco" come avviene per la maggior parte delle iniziative. L'Emporio della Solidarietà di San Giovanni - aperto a chiunque abbia bisogno, anche cittadini che risiedono altrove - è una tappa di un percorso più ampio.

Il cittadino sceglie ciò di cui necessita “spendendo” i crediti assegnati, non riceve passivamente un aiuto ma si responsabilizza: così è educato a evitare sprechi e a rispettare gli altri che magari vivono una situazione maggiormente precaria. Dunque, la fase di ascolto della singola persona e dei suoi bisogni è una tappa fondamentale del progetto. Inoltre, molte persone sostenute donano in cambio qualche ora della propria giornata per mettere in ordine le scorte e aiutare nella gestione dell’emporio. Una sorta di restituzione per quanto ricevuto, tutto in maniera gratuita.

La parrocchia, per una migliore gestione delle scorte, utilizza un software che traccia il “passaggio” degli alimenti alle singole famiglie. In queste settimane, attraverso l’iniziativa si sostengono persone in cassa integrazione e, soprattutto, chi non ha un lavoro. Ci sono anche diverse famiglie poste in isolamento fiduciario o in quarantena perché entrate in contatto con il coronavirus.

Da anni il bene confiscato di piazza Capri era totalmente abbandonato. La parrocchia di San Giuseppe e Madonna di Lourdes e altre realtà avevano chiesto all'amministrazione comunale di metterlo a bando. L'avviso pubblico è stato emesso a dicembre dello scorso anno. «Gestire un bene confiscato alla camorra significa dare un segno di legalità così come noi abbiamo già fatto anche in passato quando abbiamo organizzato le marce e gli eventi culturali per denunciare il problema dell'illegalità e della criminalità» sostiene don Modesto Bravaccino il quale sottolinea la necessità di sensibilizzare i residenti, specie i giovani, alla cultura dei beni comuni e all’importanza di tutelarli.

C'è una sfida più grande che don Modesto sta portando avanti in questi anni. Quella di coinvolgere proprio i giovanissimi della periferia orientale per strapparli alle grinfie della criminalità organizzata creando opportunità. Una prossima tappa potrebbe essere quella di creare una associazione che possa vedere proprio i giovani del quartiere come i veri protagonisti di una realtà di fronte alla quale molti si arrendono e pochi si danno realmente da fare.

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