Terapia del dolore, continua la battaglia de «Il Nodo» per ampliare il reparto

Terapia del dolore, continua la battaglia de «Il Nodo» per ampliare il reparto
Giovedì 29 Luglio 2021, 10:39
2 Minuti di Lettura

Costretti ad assistere alla morte del proprio compagno di stanza. E' quasi una certezza per i malati terminali del reparto di Terapia del Dolore e Cure Palliative dell’Ospedale Cardarelli, l’unico in Campania ad offrire, dove necessario, un’assistenza di tipo ospedaliero ai malati terminali, e la cui odissea dura almeno dall'inizio della pandemia da Covid-19. 

«La vicenda parte da lontano. Più volte il reparto è stato a rischio chiusura, durante l’emergenza pandemica trasferito in altro padiglione e ridotto a soli quattro posti letto. Oggi, cessata l’emergenza, il tentativo di dargli il colpo di grazia, riducendolo a sole due stanze, condizione che, non essendo i pazienti ricoverati suscettibili di guarigione, costringe con certezza uno dei due ricoverati in una stanza ad assistere alla morte dell’altro, in una macabra gara di fine vita. A combattere da anni senza tregua, contro la Direzione del Cardarelli ed al fianco dei parenti dei pazienti, l’Associazione Il Nodo, che ha come finalità la tutela di coloro che non possono giovarsi di cure destinate alla guarigione, ovvero le persone che necessitano di cure palliative e di terapia del dolore.

Eppure, il reparto, fiore all’occhiello per anni del nosocomio partenopeo, riusciva a decongestionare le sempre affollate terapie intensive e ad alleggerire il compito dei tanti reparti oncologici. A nulla sono valse le tante battaglie anche mediatiche che hanno portato anche alla sottoscrizione di ben tre pubbliche petizioni che hanno raccolto ben 37.312 pubblici firmatari: la direzione aziendale rifiuta categoricamente qualsiasi incontro con l’associazione ed i parenti dei pazienti e non risponde nemmeno alle PEC».

La richiesta – dichiara il Presidente del Nodo, il Dr. Vincenzo Andreoli - è quella di ripristinare almeno gli originali dieci posti letto in stanze singole nei locali che ora sono stati assegnati ad altri reparti, che siano restituiti i preziosi letti multifunzioni guadagnati dal reparto sul campo, e che soprattutto sia definita la natura formale del reparto, in modo analogo a quanto accaduto il reparto di Lungodegenza, assicurando un organico adeguato sia per il personale medico che infermieristico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA