Il predatore del mare più temuto dall'uomo, lo squalo, è in realtà una risorsa da proteggere a rischio estinzione a causa della pesca industriale condotta indiscriminatamente dall'uomoÈ stesso. Lo evidenzia il biologo marino dell'Acquario di Genova Stefano Angelini a Slow Fish durante un incontro sugli squali del Mar Mediterraneo. «Sul nostro pianeta esistono oltre 450 specie di squali conosciute e vivono in tutti gli ambienti acquatici. Quelli che subiscono l'impatto maggiore dalle attività antropiche sono i pelagici, che vivono in mare aperto perché subiscono gli interventi della pesca industriale, in primis le reti, in cui spesso rimangono impigliati», spiega.
«Alcune specie sono state ormai decimate e per il pericolo di estinzione sono state inserite nella Lista Rossa dell'International Union for Conservation of Nature (IUCN).
«Inoltre c'è una caratteristica legata alla riproduzione che li rende particolarmente vulnerabili: il fatto che i pesci cartilaginei come gli squali fanno poche uova, pochi piccoli e la maturità sessuale viene raggiunta dopo molti anni, sette, otto, nove, a volte dieci in alcune specie, perciò è altissimo il rischio che vengano catturati dall'uomo prima di riprodursi».