Emanuela, morta a 11 anni travolta dal furgone: «Una settimana fa è morto il nonno e ora lei, è troppo»

Bambina vittima della tragedia di Campodarsego. Mamma e papà: «Non possiamo crederci, siamo straziati»

Emanuela Brahja
Emanuela Brahja
di Serena De Salvador
Giovedì 14 Ottobre 2021, 10:27 - Ultimo agg. 15 Ottobre, 12:22
4 Minuti di Lettura

CAMPODARSEGO - «Esattamente una settimana fa è morto il nonno, in Albania. Non abbiamo avuto nemmeno il tempo di riprenderci dal lutto che siamo stati travolti da questo dramma immane. Non possiamo crederci, siamo straziati. Mamma e papà non riescono nemmeno a pensare che lei non ci sia più». Sono passate solo poche ore dal tremendo verdetto che ha sancito la morte di Emanuela Brahja, 12 anni da compiere il 18 dicembre, ma il poggiolo e le stanze della casa di famiglia in via Ca' Brion a Reschigliano sono gremiti. Ci sono tanti amici di famiglia, membri della grande comunità albanese del Padovano, ma ci sono anche zii, cugini, parenti arrivati dall'Albania già martedì, quando la speranza che la piccola si potesse salvare ancora esisteva. E molti altri arriveranno in queste ore, per darle l'ultimo saluto proprio a Reschigliano, dove la bambina era nata e cresciuta e dove la famiglia ha voluto che riposi. Nonostante le speranze dell'intero paese, poco dopo mezzanotte di ieri nel reparto di Terapia intensiva pediatrica dell'Azienda ospedaliera Padova è stata decretata la morte di Emanuela Brahja, vittima lunedì sera di un grave incidente in via Pontarola a Reschigliano, ad appena una manciata di metri da casa.

Bambina morta investita, il secondo lutto in famiglia

«Appena ci è arrivata la notizia, lunedì sera, siamo partiti subito racconta lo zio, fratello del padre Agron, che vive a Milot, a circa un'ora da Tirana.

Siamo rimasti costantemente in ospedale, ad aspettare e pregare per il miracolo. Non è servito. Ora ci riuniremo tutti qui per il funerale: Emanuela è cresciuta qui, ha tutti i suoi amici». Mamma Esmeralda ha gli occhi cerchiati di nero e le guance umide. Le due figlie maggiori restano in casa, una ha 20 anni, l'altra ne compie 18 proprio oggi. Il piccolo di casa invece è costretto a lunghi periodi di ricovero e cure in ospedale. «Abbiamo perso mio padre esattamente una settimana fa aggiunge lo zio. Mio fratello Agron era appena rientrato dall'Albania, vive qui da 25 anni, lavora per una ditta di coperture. Non riesce a darsi pace. Per la strada si può morire, ma così, a 11 anni, non si può accettare. I cuginetti non riescono a capire, le sue sorelle e il fratellino sono distrutti. Sono una bellissima famiglia, non meritavano tutto questo».

Campodarsego, le indagini sull'incidente

La dinamica dell'incidente è stata acclarata già lunedì sera. Emanuela alle 19.10 rincasava in bicicletta. Da via Papa Luciani ha attraversato via Pontarola a qualche decina di metri dalle strisce pedonali, proprio mentre sopraggiungeva il furgone Mercedes guidato da un 36enne Veneziano. Nonostante viaggiasse a 40 chilometri orari e nonostante la strada illuminata, l'impatto è stato inevitabile e il trauma alla testa fatale per la piccola. «Quel ragazzo era seduto sul marciapiede. Tremava, si sentiva male. Era disperato: è stata una scena straziante racconta una residente, tra i primi a intervenire. Mio figlio è corso in casa urlando, temeva fosse mia nipote. A quel punto siamo corsi fuori e abbiamo visto che la stavano rianimando». Ieri mattina sul marciapiede, nel punto dell'incidente, sono comparsi molti fiori bianchi. Ieri sera un gruppetto di amici di Emanuela vi si è radunato, portando decine di lumini, candele e mazzi di fiori, mentre per l'intera giornata il viavai di parenti e conoscenti è proseguito davanti agli occhi di chi quel dramma lo ha vissuto in prima persona, dalla porta di casa.

«Davanti a tragedie del genere, non posso che ringraziare il cielo di avere i miei figli sani e salvi» commenta con gli occhi lucidi una donna portando un vaso d'acqua perché i fiori non appassiscano. La Procura procederà a indagare il conducente per omicidio stradale, come da prassi, mentre l'alcoltest ha dato esito negativo. Sia il furgone che la bicicletta di Emanuela si trovano ancora sotto sequestro per consentire agli inquirenti di concludere gli accertamenti e le eventuali perizie. Bisognerà invece attendere per conoscere la data dei funerali dell'undicenne, che si celebreranno nella chiesa parrocchiale di Reschigliano, a pochi metri dalla casa che lunedì sera non è riuscita a raggiungere.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA