Uccise il ladro, Birolo si confessa: ​«Farò il contadino, ma con la pistola»

Franco Birolo
Franco Birolo
di Nicola Munaro
Giovedì 14 Dicembre 2017, 12:01 - Ultimo agg. 13:06
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PADOVA - «Posso dire una cosa prima di tutto? Io parlo, ci tengo a raccontare queste cose, quello che ho vissuto, perché la mia storia non deve essere dimenticata. Non per me, ma per tutti quelli come me che hanno vissuto una situazione simile e che vengono dimenticati una volta finito il clamore mediatico. Perché quello che mi è successo, può accadere a tutti». Franco Birolo risponde come sempre. E come sempre non si nasconde. Anche adesso che la sua vicenda è finita, che la sentenza è passata in giudicato a luglio, che è stato assolto in via definitiva e che sta per vendere la tabaccheria di Civè di Correzzola, nel padovano teatro di quella notte tragica tra il 25 e il 26 aprile 2012, per diventare contadino. «La pistola però quella la tengo, non è mica detto che una cosa del genere non possa ricapitare. Vivo nella paura che quella notte torni di nuovo».

Quindi possiamo dirlo, con la fine della vicenda giudiziaria è finito un incubo?
«Tutt'altro. Non è finito un incubo ma un iter processuale che durava da cinque anni. Il fatto che hai spezzato la vita a una persona, la paura di quello che hai vissuto, quelle sono cose che restano».

Che vita è la sua adesso?
«Ho sempre paura, lasci la casa incustodita e pensi che possano violarla in ogni momento. Se ho cento euro in casa, prima di uscire me li metto in tasca. Ai vicini chiedo di dare un occhio quando sono via. Non è detto che ora sia immune da tutto questo, può succedere ancora»...
 
 

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