Gestione pandemia, così l'Oms ha nascosto i meriti del Veneto per non urtare il governo Conte

Il ricercatore Francesco Zambon
Il ricercatore Francesco Zambon
di Angela Pederiva
Sabato 17 Aprile 2021, 05:05 - Ultimo agg. 18 Aprile, 11:12
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VENEZIA - I veleni nell'Oms meritano una commissione d'inchiesta. Lo dice il governatore Luca Zaia, commentando per la prima volta i «retroscena inquietanti» (parole sue) delle indagini condotte dalla Procura di Bergamo, che cercando di fare luce sulla strage del Covid in Val Seriana ha tolto il velo alle pressioni denunciate dal ricercatore Francesco Zambon, in merito al contestato rapporto sulla risposta dell'Italia all'avvento della pandemia. «Deve essere fatta chiarezza fino in fondo», afferma il presidente della Regione, a maggior ragione adesso che spuntano i contenuti della censura operata dai vertici dell'Organizzazione mondiale della sanità: nel mirino di Ginevra e Copenaghen, infatti, c'erano anche i meriti del Veneto nella gestione della prima ondata.


LE 106 MODIFICHE
Il riscontro è contenuto nel file informatico che il veronese Ranieri Guerra, già direttore vicario dell'Oms, ha consegnato agli inquirenti lo scorso 5 novembre, quando rilasciò dichiarazioni ritenute false dal procuratore Antonio Chiappani e dall'aggiunto Maria Cristina Rota, tanto da essere tuttora indagato. In quel pdf è contenuta la pubblicazione originale elaborata dall'ufficio di Venezia (An unprecedented challenge - Una sfida senza precedenti), insieme alle 106 modifiche suggerite a quattro mani dallo stesso Guerra e da Cristiana Salvi, responsabile delle relazioni esterne dell'Organizzazione.
Guerra barra con una riga rossa questo passaggio, che traduciamo così dall'inglese: «Il Veneto, con una forte rete di sanità pubblica e capacità di sensibilizzazione della comunità, ha adottato un approccio più proattivo nella ricerca dei casi attraverso test approfonditi (che si estendevano oltre le linee guida nazionali all'epoca)». Salvi concorda sulla necessità di cancellarlo, evidentemente paventando una possibile irritazione del Governo giallorosso: «Potenziale di oltraggio politico».
Sotto la lente finisce pure quest'altro riconoscimento alla strategia veneta: «La regione ha mobilitato fondi per espandere la sua capacità di test e si è mossa in modo aggressivo per trovare i casi nella comunità, confermarli, rintracciare perfino i contatti più fugaci e testarli tutti. Cumulativamente, il Veneto ha testato il doppio di persone ogni 1000 abitanti della Lombardia (21,0 contro 11,7). Questi approcci contrastanti hanno portato a molte polemiche e dibattiti pubblici nei media e tra i responsabili politici». Salvi annota: «Sento davvero che stiamo aprendo la porta alla critica dall'Italia».
Viene poi stigmatizzata un'ulteriore constatazione: «Altre regioni hanno concentrato la maggior parte dei loro sforzi per accogliere tutti i pazienti nel loro ospedali».

L'esperta di comunicazione obietta: «Dicono sistematicamente che il Veneto sta facendo meglio degli altri. Questa è una bomba mediatica».


LA RISTRUTTURAZIONE
Zaia è sconcertato: «È un fatto inquietante. Non perché ci sono di mezzo io, ma perché stanno parlando di pandemia, di morti e di contagi, cioè dell'incubo che abbiamo subìto». Il governatore afferma di «aver capito tante cose» dopo aver letto le accuse del trevigiano Zambon, già componente del Comitato tecnico-scientifico regionale: «L'ho conosciuto dopo la pandemia. Non vorrei che fosse stato penalizzato perché veneto e dipendente anni fa della Regione. A cose chiuse, se sarà confermata questa vicenda, penso che nell'Oms ci vorrà una bella ristrutturazione». Come peraltro sostiene lo stesso Zambon, nel libro Il pesce piccolo che uscirà per Feltrinelli il 13 maggio.
Ecco perché Zaia sarebbe favorevole a una commissione d'inchiesta: «Il cittadino ha diritto ad una cosa: la chiarezza. E penso che la verità sia fondamentale». Invece da parte sua nessuna valutazione personale sull'operato del ministro Roberto Speranza, criticato dal segretario leghista Matteo Salvini: «Ho massimo rispetto del Parlamento e per i gruppi parlamentari. Se la vedano loro, per cui non rispondo».

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