Trovati morti a New York, l'ex moglie di Luca: «Chiamava tutti i giorni per salutare i nostri tre bimbi. Droga? Impossibile»

Anche il padre Flavio Nogaris, dal quale aveva imparato il mestiere di imbianchino, è affranto: «Sarebbe dovuto tornare nelle prossimo ore»

Luca a sinistra con l'amico Maurizio
Luca a sinistra con l'amico Maurizio
di Alessandro Garbo
Venerdì 12 Agosto 2022, 07:41 - Ultimo agg. 14 Agosto, 10:28
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ROVIGO - Luca Nogaris e Alessio Picelli - i due imprenditori polesani trovati morti a New York - si erano conosciuti nel corso di una trasferta a New York. Erano appassionati di arredamento, design, decorazioni e di tutto ciò che può abbellire e impreziosire una casa o un ufficio. 
Luca  era sposato e separato da Stefania Barion, dalla quale aveva avuto tre figli, due gemelli di 9 anni e uno di 11. «Ci faceva delle videochiamate ogni giorno - spiega la donna - per mostrarci cosa stava facendo, i suoi lavori, il ponte di Manhattan, era tranquillo e non capisco che cosa possa essere successo».

Saputa la notizia mercoledì pomeriggio la donna ha deciso di dirlo ai bambini. Le cause della tragedia?

«Forse un'intossicazione, ma io escludo categoricamente  la droga perché lui aveva paura anche di un ago e poi amava troppo i suoi figli per mettere a repentaglio la sua vita».

Affranto il padre Flavio Nogaris, dal quale aveva imparato il mestiere di imbianchino, conosciuto nel mondo del rugby perché appartenente al gruppo delle Posse Rossoblù, la tifoseria organizzata a sostegno della Delta Rovigo Rugby.

Luca era negli Stati Uniti da circa un mese per terminare un lavoro.

«Doveva tornare sabato (domani, ndr.) e poi non sarebbe più tornato negli Stati Uniti: si trovava bene e gli affari andavano bene, ma voleva rientrare a casa terminata l'esperienza. Ci siamo visti per l'ultima volta un mese fa, prima che partisse per il viaggio a New York. Era contento, era sereno. Non c'erano problemi sul lavoro, anzi, era soddisfatto per come si stava sviluppando l'attività anche all'estero, ma gli piaceva di più vivere e lavorare a Rovigo».

RICORDO
Maurizio Bardella era uno degli amici di Nogaris e ne traccia un ricordo commosso: «Nel 2014, assieme alle famiglie, abbiamo trascorso una vacanza fantastica in Sardegna, una delle più belle della mia vita. Era un bonaccione, un ragazzo solare e splendido. Il mio pensiero corre ai bambini che sono rimasti senza il loro papà, una notizia tremenda». Fabio Baroni è un appassionato di rugby che conosce bene la famiglia Nogaris: «Quando ho ricevuto la notizia, nel cuore della notte, è stato un sussulto. Sapevo che Luca si era ripreso dalle conseguenze economiche causate dalla pandemia e che il lavoro andava bene».
Affranta anche l'amministrazione comunale: «Siamo sconvolti. Aspettiamo di vedere come evolvono le indagini». Nella frazione di Sant'Apollinare il dispiacere è grande per un concittadino conosciuto da molti, come conferma Walter Roana, presidente del comitato fiera gruppo La Speranza: «Una decina di anni fa Luca aveva deciso di mettersi in proprio. Ho sentito il papà Flavio e gli ho fatto le condoglianze a nome di tutti i volontari dell'associazione».

CORDOGLIO
Alessio Picelli aveva iniziato ad andare a New York a gennaio del 2019 e vi tornava spesso. Era un imprenditore che amava il suo lavoro alla Helementi Interior di Rovigo, un'azienda che gestiva con il socio Giampietro Grappeggia, nata nel 2013, cresciuta nel tempo che si occupa di mobili e complementi d'arredo artigianali. La sua famiglia era originaria di Mardimago e poi si era trasferita a Villadose, dove Picelli ha risieduto fino al 2020. Il cordoglio del sindaco Pier Paolo Barison: «Con la famiglia avevo contatti sporadici, ma in ogni caso desidero porgere le mie più sentite condoglianze ai parenti di Alessio, colpiti da una tragedia devastante».

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