La famiglia del conte in balia dei banditi armati: «Ci hanno tolto anche tutto l'oro che avevamo addosso»

Il conte Giuseppe Marcello del Mayno e la sua villa
Il conte Giuseppe Marcello del Mayno e la sua villa
di Maria Elena Pattaro
Giovedì 8 Luglio 2021, 08:32 - Ultimo agg. 9 Luglio, 10:56
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PREGANZIOL - «Dateci tutto, anche gli ori che avete addosso» - più del loro italiano stentato parlava il cacciavite che puntavano addosso alle loro vittime, decisi a farsi consegnare il bottino. Nella notte tra martedì e mercoledì una banda di rapinatori ha preso di mira la tenuta del conte veneziano Giuseppe Marcello del Mayno, a Preganziol, lungo il Terraglio. Lui, la consorte e la figlia sono stati costretti a consegnare gioielli, orologi di valore e circa mille euro in contanti ai malviventi che li minacciavano armati di cacciaviti. La banda è entrata in azione verso le 2. A quell’ora erano tutti in casa: la figlia rientrata di recente da Londra. Anche il custode di origine albanese stava dormendo in una dependance insieme alla moglie e alla figlia.

Sembrava una notte come tante altre. Anzi una notte di festa, visto che qualche ora prima la nazionale aveva staccato il pass per la finale degli Europei. Invece al civico 276 di via Terraglio, nella villa circondata dall’ampio parco stava andando in scena un’azione criminale su cui ora stanno indagando i carabinieri di Treviso. Tre banditi, con i cappucci calati sul viso, hanno scavalcato la recinzione e raggiunto la storica dimora. Armati di arnesi da scasso, hanno forzato una finestra al pianterreno e si sono introdotti in nella villa. Con la speranza, probabilmente, di agire indisturbati arraffando denaro e oggetti preziosi. Invece la figlia del proprietario, una donna di 44 anni, ha sentito dei rumori sospetti. Qualcuno si era intrufolato in casa. Temendo che la donna potesse lanciare l’allarme, i malviventi le hanno intimato di non muoversi. Lo stesso hanno fatto con i due anziani genitori, lui di 79 anni, lei di 81. I tre malcapitati hanno eseguito gli ordini, terrorizzati al pensiero di quello che avrebbero potuto fare gli intrusi. Mentre uno di loro li piantonava senza mai mollare la presa sul cacciavite, i complici hanno passato al setaccio le stanze, alla ricerca di oggetti da rubare. Dalle stanze hanno asportato piatti, vassoi e altra argenteria. Poi, non paghi, hanno costretto le vittime a consegnare contanti (circa un migliaio di euro), orologi di pregio e l’oro.

Anche quello che avevano addosso. «Dateci tutto»: l’accento era straniero, gli ordini perentori seppur impartiti in un italiano traballante. Una volta raccattata la refurtiva, i tre sono scappati percorrendo a ritroso la via che si erano aperti per entrare nella villa. E nella fuga si sono disfatti di alcuni pezzi di argenteria, che il custode ha trovato la mattina dopo perlustrando il parco. Forse la banda non li considerava tra i trofei più redditizi o forse erano semplicemente troppo ingombranti da trasportare. I banditi si sono dileguati prima dell’arrivo delle pattuglie dei carabinieri.

E’ molto probabile che ad attenderli ci fosse un quarto complice, a bordo di un mezzo per assicurarsi la fuga. Le vittime, scosse dall’adrenalina e dal terrore, appena hanno avuto la possibilità, hanno chiamato 112. Nel giro di qualche minuto i militari dell’Arma sono intervenuti sul posto, raccogliendo le deposizioni dei tre malcapitati e tutti gli indizi utili a dare un volto e un nome alla banda criminale. Compresi i filmati delle telecamere di sorveglianza. «I carabinieri sono rimasti qui quasi fino alle 6 di mattina - racconta il custode, che non aveva sentito rumori sospetti -. Mi sono svegliato solo all’arrivo degli uomini indivisa». Mentre la famiglia nobiliare fa l’inventario degli ammanchi, le indagini procedono a ritmo serrato. L’idea che si sono fatti i militari è quella di un furto sfociato in rapina. Il fatto che la banda non fosse armata né abbia legato o picchiato i padroni di casa farebbe propendere per questa ipotesi. Rapina sì, ma con un modus operandi più “morbido” dell’efferato standard registrato negli ultimi anni, soprattutto ai danni di persone anziane. Ieri mattina sulla villa, che ospita eventi e comprende un’ampia tenuta agricola, regnava di nuovo la calma. E gli inquilini non avevano nessuna voglia di ripercorrere quei tragici momenti: «È successo quello che è successo - tagliano corto -. Non abbiamo nulla da raccontare». La sgradita visita notturna ha lasciato il segno. «Sono molto scossi - riferisce il custode -. Il conte stamattina (ieri mattina, ndr) non è nemmeno uscito di casa». 
 

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