Bambino morto nel pozzo al parco, ci si chiede perché la grata in metallo non abbia evitato la caduta

Bambino morto nel pozzo al parco, ci si chiede perché la grata in metallo non abbia evitato la caduta
di R.U.
Giovedì 23 Luglio 2020, 06:00 - Ultimo agg. 13:03
5 Minuti di Lettura

«Nessuno riesce a darsi una spiegazione, erano state fatte tutte le verifiche rispetto alle misure di sicurezza adottate. Il coperchio del pozzo al parco Coronini Cronberg era ancorato con quattro giunti su ognuno dei lati. Da quanto mi hanno riferito, gli animatori del Centro estivo avevano posizionato sopra la mappa della caccia al tesoro, usandolo come appoggio».
Queste le parole del direttore della Fondazione Coronini di Gorizia, Enrico Graziano, che assieme al sindaco Ziberna ha espresso la sua vicinanza e il proprio cordoglio ai familiari del tredicenne Stefano Borghes, per la tragedia che li ha colpiti, nella consapevolezza che nulla potrà colmare la loro sofferenza. Secondo quanto si è appreso, nel rispetto delle normative Anti-Covid-19 il gruppetto di cui faceva parte Stefano era composto da sette ragazzini. Non era la prima volta che la comitiva del centro estivo, gestito dai salesiani della città, si recava in visita al Parco che si trova in pieno centro storico, che era diventata una meta quasi settimanale per svolgere attività ludiche e ricreative.
Ieri la facente funzioni di Procuratore capo Laura Collini ha disposto il sequestro dell'area e, nel pomeriggio, in Procura sono stati sentiti - ma non è chiaro a quale titolo - l'animatore della mattinata che era con i bambini, gli organizzatori del centro estivo e i responsabili del parco (e forse anche della sua gestione).
DIVERTIMENTO FINITO IN TRAGEDIA
Il programma del centro estivo prevedeva un'attività dedicata all'orienteering, con la ricerca di una mappa. Poi la tragedia: uno dei bambini del gruppo precipita per quasi trenta metri dentro un pozzo che in teoria avrebbe dovuto essere sigillato proprio per evitare incidenti. Immediata la richiesta di aiuto e l'intervento dei vigili del fuoco, la calata disperata per tentare di recuperare il bambino, ma tutto è stato vano. Stefano Borghes non rispondeva alle richieste dei soccorritori sulle sue condizioni.Troppo gravi le ferite riportate dal bambino.


LA RICOSTRUZIONE
Il bambino si trovava nel giardino di viale XX Settembre a Gorizia insieme agli amici iscritti al centro estivo dei salesiani. La mappa che i ragazzi dovevano trovare e consultare era stata posizionata sulla grata di copertura in metallo del pozzo e pare che Stefano vi si sia arrampicato e che la copertura non abbia retto il peso. Non è ancora stato chiarito se il piccolo abbia spostato volontariamente la piastra di sicurezza situata sopra il pozzo o se questa abbia ceduto improvvisamente. Subito sono stati allertati i soccorsi, quindi sul posto sono arrivati in forze vigili del fuoco e sanitari del 118 oltre a Polizia e Carabinieri. Secondo una prima ricostruzione, le squadre Saf, giunte dopo tre minuti dalla richiesta di aiuto, si sono subito attrezzate per calarsi nel pozzo, che ha un diametro di 1,2 metri. Il fondo era completamente asciutto. Il recupero del corpo è stato effettuato tramite una barella speciale utilizzata per punti e località in cui esistono difficoltà di movimento. La constatazione del decesso è avvenuta soltanto in superficie. I vigili del fuoco che si erano calati sul fondo avevano comunque riscontrato assenza di battito cardiaco. «In tutta la mia carriera non ho mai assistito a una scena così straziante», ha affermato uno dei soccorritori.
IL DOLORE DEI FAMILIARI
Dopo essere arrivati, accompagnati da alcuni parenti, i genitori di Stefano, Roberto Borghes e Daniela Franz, sono entrati in una stanza della villa dov'era stato adagiato provvisoriamente il corpo del tredicenne, prima di essere trasferito in obitorio. Sul posto il medico legale, che ha condotto l'ispezione esterna della salma. A distanza di pochi metri c'era anche il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, che visibilmente commosso per l'accaduto, non è riuscito ad avvicinarsi per porgere le condoglianze: «Ci proverò magari al telefono - ha riferito - ma in quell'istante, prima di tutto come papà, non me la sono sentita di violare l'intimità familiare di questo dolore immenso». Per quanto riguarda il centro estivo, ha aggiunto, «ho già parlato con le parrocchie per fornire eventuale supporto psicologico per il tramite delle strutture comunali: non sappiamo se gli amici abbiano materialmente assistito alla scena, ma sapere che il loro coetaneo è morto facendo un gioco è un dramma che sarà impossibile interiorizzare e quindi è importante che i professionisti stiano vicini a loro e alle loro famiglie. Così come all'animatore che li accompagnava». La famiglia del bambino si è distinta in passato per l'impegno nel mondo dell'associazionismo: uno dei nonni ha ricoperto ruoli di vertice nell'ambito della federazione di Softball e anche nel Coni provinciale.

L'INDAGINE
La Procura di Gorizia ha disposto il sequestro della zona, che è stata transennata e delimitata dagli operai del Comune con delle protezioni provvisorie. La parola è quindi passata alla magistratura, che per le indagini si sta servendo anche delle immagini dell’impianto di video sorveglianza per fare chiarezza sull’esatta dinamica dell’incidente. Da quanto ha fatto sapere il sindaco Ziberna la tenuta della grata era stata controllata poco tempo fa. A quanto si è appreso il direttore della Fondazione che gestisce il Parco è stato invitato in Questura per formalizzare alcune dichiarazioni relative alla manutenzione della struttura e del pozzo. Non è ancora stato accertato se al momento della tragedia in quel punto ci fosse solo Stefano o anche altri partecipanti al centro estivo e il loro animatore.
In città è stato proclamato il lutto cittadino.

La Chiesa di Gorizia si è raccolta in preghiera per Stefano. Tutti gli eventi sono stati annullati, tra cui la serata conclusiva del Premio Amidei che doveva svolgersi proprio all'interno del parco. Anche il governatore e la Giunta del Friuli Venezia Giulia si sono uniti al dolore della comunità isontina per la scomparsa del dodicenne.

© RIPRODUZIONE RISERVATA