Federico Lugato, l'errore fatale: esce dal sentiero, entra nel bosco, poi il volo di 30 metri

I mezzi dei soccorritori che in questi giorni hanno cercato Federico Lugato in val Pramper
I mezzi dei soccorritori che in questi giorni hanno cercato Federico Lugato in val Pramper
di Davide Piol
Mercoledì 15 Settembre 2021, 06:00 - Ultimo agg. 18 Settembre, 15:41
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BELLUNO - A un certo punto del percorso, Federico ha lasciato il sentiero principale, si è inoltrato nel bosco ed è scivolato, precipitando nel vuoto per 30 metri. Sarebbe questa la ricostruzione dei fatti elaborata dal soccorso alpino della guardia di finanza per spiegare ciò che è accaduto a Federico Lugato nei minuti precedenti alla caduta. 


ESCURSIONE FATALE
Il 39enne veneziano, residente a Milano e in vacanza con la moglie Elena in Val di Zoldo, è stato trovato lunedì mattina nella località “Monte San Sebastiano” dopo 18 giorni di ricerche senza esiti. Fino ad allora non era stato trovato nessun indizio, nonostante l’impiego di uomini, cani, droni ed elicotteri che si erano messi sulle sue tracce dal primo giorno. Lui però è sempre stato lì, poco distante dal giro ad anello che la mattina del 26 agosto aveva detto alla moglie Elena di voler percorrere. Lunedì, la svolta. La guardia di finanza, con le tre unità cinofile delle stazioni di Auronzo di Cadore e Passo Rolle e del Centro di addestramento “Scuola alpina”, ha ripercorso il giro ad anello su indicazione del prefetto e alle fine l’ha trovato. 


L’IPOTESI
La Procura di Belluno si è orientata subito sull’ipotesi dell’incidente. Il corpo presentava traumi riconducibili a una caduta ed è ciò che ha confermato anche l’ispezione cadaverica chiesta dal pubblico ministero Katiusha D’Orlando ed eseguita ieri pomeriggio. Ora si attende il nulla osta e poi verrà fissato il funerale. Persone vicine alla famiglia confidano che Federico Lugato sarà sepolto dove è nato, ossia a Trivignano (Venezia). Di questa triste vicenda rimane una sola domanda: perché il 39enne è uscito dal sentiero per incamminarsi nel bosco? Si può cercare di formulare una risposta partendo dal lavoro svolto lunedì dalla guardia di finanza. I militari delle fiamme gialle hanno ripreso in mano i dati emersi dai tabulati telefonici e dalle celle a cui il cellulare di Federico si era agganciato il giorno della scomparsa. E hanno deciso di perlustrare aree precise che prima non erano state scandagliate in maniera accurata. Fonti interne spiegano che la ricerca non è stata casuale.

La guardia di finanza ha raggiunto punti specifici in cui c’era la possibilità concreta di trovare Federico.


LA SCOPERTA
Arrivati più o meno nella zona che avevano già delimitato sulla cartina e valutando le celle agganciate dal telefono del 39enne, i militari hanno abbandonato la via principale del giro ad anello e imboccato una traccia di sentiero nel bosco. In quel momento hanno cominciato a sentire un odore forte, tipico dei corpi in decomposizione e hanno capito di essere sulla strada giusta. Il sentiero terminava su un salto di roccia di 30 metri alla fine del quale hanno trovato il corpo ormai privo di vita di Federico Lugato. 


L’ALTERNATIVA
L’ipotesi dei soccorritori è che il 39enne veneziano si fosse scaricato un’applicazione sul cellulare con il percorso da seguire, oltre alla cartina Tabacco fondamentale per i giri in montagna. Sembra che la discrepanza tra le due mappe abbia posto Federico davanti a una decisione: continuare sul sentiero principale o deviare nel bosco. Ha scelto la seconda alternativa. Questa ricostruzione tuttavia, seppure probabile, non convince del tutto perché il 39enne, in quel posto, era già stato un’altra volta in inverno. Forse Federico ha lasciato il sentiero principale pensando di prendere una scorciatoia. Ma qualsiasi motivo l’abbia spinto in quella direzione, ormai, ha poca importanza e non aggiunge nulla alla tragedia. L’unico aspetto che conta è che sia stato trovato e che la sua famiglia, a partire dalla moglie Elena che si è prodigata dal primo giorno con numerosi appelli via web, abbia ora un corpo da piangere. 

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