Medico dell'Inps aggredito a Chioggia, il racconto choc: «Quell'uomo mi urlava negro di m., da qui non esci vivo. Tu firmi che ero in casa o ti spacco la testa»

Medico dell'Inps aggredito a Chioggia, il racconto choc (Photo by Unsplash)
Medico dell'Inps aggredito a Chioggia, il racconto choc (Photo by Unsplash)
Domenica 6 Giugno 2021, 11:46 - Ultimo agg. 14:51
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PADOVA - «Quell'uomo mi spingeva, premendomi le dita sul torace. E intanto urlava: Negro di m., da qui non esci vivo. Tu firmi che ero in casa o ti spacco la testa». È la testimonianza di un medico fiscale dell'Inps di 30 anni, originario del Camerun, aggredito a Chioggia durante il suo lavoro. Il dottore ha presentato denuncia ma nel contempo ha chiesto di essere trasferito. 

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Mercoledì scorso il medico, che vive a Padova e da sei mesi opera per conto dell'Inps, doveva controllare un lavoratore che abita in un condominio della periferia della cittadina veneziana.

L'uomo non era in casa e si è presentato più tardi in bicicletta, con costume e ciabatte, avvertito presumibilmente dalla moglie. «Ha chiuso il portone in modo da impedirmi di uscire dal cortile - racconta - e ci ha piazzato davanti una sedia. Mi ha intimato di mettere nero su bianco che l'avevo trovato regolarmente a casa. Altrimenti, diceva, mi avrebbe tagliato la testa».


La cosa assurda, sottolinea il medico, è che tutto il vicinato ha assistito alla scena ma nessuno avrebbe mosso un dito per difenderlo. Non contento, quando il medico si è allontanato, l'aggressore lo ha inseguito in motorino rompendo la maniglia della sua vettura.


Il sanitario ha denunciato l'episodio ai carabinieri ma è anche deciso ad allontanarsi da Chioggia, chiedendo il trasferimento: «Ho paura per la mia famiglia, non posso lavorare in queste condizioni». Denunciando l'accaduto ha pensato soprattutto alla figlia di due anni: «Non sopporto l'idea che cresca in una società dove ci sono individui che usano il colore della pelle per insultare». A raccontare il dolore della famiglia per una situazione diventata ormai insostenibile è la moglie, in un lungo post su Facebook: «Non importa se sei la persona più buona e corretta del mondo, se ti sei laureato in medicina a Padova, se parli italiano meglio di un madrelingua, se ti presenti sul lavoro sempre ben vestito e con un cartellino identificativo, se sei sempre cordiale ed educato. A Chioggia sei un nero di m...». Una situazione che la donna ritiene senza via di uscita: «È troppo per un uomo. È troppo per un bravo ragazzo. È troppo per la società del ventunesimo secolo. È troppo per me che lo amo e non posso continuare ad avere paura di non veder rincasare la sera il meraviglioso padre di mia figlia. Non è più ignoranza, maleducazione o stupidità. Questa è violenza. Violenza del branco».

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