Mestre, in via Trento ogni sera il degrado in diretta

Via Trento "assediata" da spacciatori e tossicodipendenti
Via Trento "assediata" da spacciatori e tossicodipendenti
di Alberto Francesconi
Domenica 10 Luglio 2022, 02:10 - Ultimo agg. 17:11
4 Minuti di Lettura

MESTRE - Le immagini parlano da sole. Lungo il corridoio al piano terra del Bici Park di via Trento, un gruppo di tossicodipendenti si “buca” all’aperto, incurante del passaggio dei pedoni - due genitori con una bambina al seguito - e dei veicoli in transito. Scene di ordinario degrado riprese da una residente della zona, Ilaria Padoan, per la quale scene di questo tipo sono all’ordine del giorno. «Le finestre di casa mia - scrive - si affacciano su via Trento, proprio davanti al Bici Park e da mesi il viavai di tossicodipendenti è notevolmente aumentato: all’inizio era uno, due, a volte tre che si trovavano sempre sullo stesso posto a drogarsi tranquillamente a qualsiasi ora del giorno e della notte, davanti ai passanti (e qui di passanti ce ne sono sempre molti) e davanti ai dipendenti della Rfi che hanno il parcheggio confinante con il passaggio che porta al Bici Park».


LA DENUNCIA
Negli ultimi tempi, però, il fenomeno si è aggravato: «Il posto - prosegue la testimonianza della residente - si presta al loro scopo perché hanno dove sedersi comodamente per poter organizzare l’assunzione della droga, la sera un lampione li illumina e pertanto riescono a vedere perfettamente quanto stanno facendo, insomma il posto ideale per fare le loro cose e chissenefrega della gente che passa, lavoratori, turisti, famiglie con bambini e noi che affacciandoci vediamo questo schifo».

Ma non bisogna credere che il problema si verifichi solo nelle ore notturne: alle 14.30 di ieri abbiamo personalmente constatato la presenza di tre gruppi di disperati del “buco” radunati in via Trento, via Dante e a ridosso dell’ingresso dell’Anda, in via Ortigara, incuranti del passaggio dei clienti dell’ostello. Difficile pensare che la presenza delle forze dell’ordine sia in grado di risolvere un problema di convivenza che non è più procrastinabile. «Abbiamo chiamato i vigili diverse volte - conclude la residente di via Trento - anche i dipendenti delle Ferrovie lo hanno fatto quando non li hanno mandati via direttamente loro: si allontanano per tornare più tardi, tanto sono talmente tanti omai che è diventato molto difficile mandarli via, dovrebbe esserci un presidio fisso per riuscire nell’intento».


LA REPRESSIONE
Eppure solo due giorni fa, in sede di commissione consiliare, la Polizia locale ha sciorinato l’impegno profuso per il presidio della zona di via Piave e della stazione. Oltre al personale interforze già presente è prevista, entro la fine dell’anno, l’installazione di 12 telecamere per la videosorveglianza del sottopasso ferroviario di via Dante che porteranno a 270 gli occhi elettronici presenti nel solo territorio di terraferma. La Polizia locale ricorda che, per rendere efficace l’intervento delle forze dell’ordine, è fondamentale contattarle per tempo ai numeri di pronto intervento. Ma la situazione segnalata ormai quotidianamente da chi abita nella zona dimostra che l’aspetto repressivo non garantisce una risposta sufficiente alla domanda crescente di sicurezza in città. Lo stesso blitz di quattro anno fa ha assicurato una soluzione provvisoria al problema, dato che con il tempo le organizzazioni che controllano lo spaccio si sono riorganizzate per garantirsi una clientela che è di dimensione quanto meno metropolitana. Per questo, in via Trento come in via Dante, Ca’ Marcello o via Rizzardi, verso Marghera, si attende con urgenza una risposta diversa.

Video

© RIPRODUZIONE RISERVATA