Brugnaro: «Via Piave, linea dura: Esercito e un corpo antidroga. Rifacciamo Strade Sicure, paghiamo noi»

Brugnaro: «Via Piave, linea dura: Esercito e un corpo antidroga. Rifacciamo Strade Sicure, paghiamo noi»
di Nicola Munaro
Mercoledì 22 Giugno 2022, 09:04 - Ultimo agg. 10:22
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VENEZIA -  L'assicurazione è che «noi non molliamo» anche se qualcuno, tra i cittadini, sta perdendo la fiducia. Succede a chi vive nelle zone di via Piave e allora, oltre all'amministrazione serve che nelle strade tornino i militari. È un Luigi Brugnaro a tutto campo sulla sicurezza quello che ieri, a Ca' Corner, ha salutato i nuovi ufficiali della polizia locale. Brugnaro ha spaziato dalla zona più critica di Mestre fino al moto ondoso e alla gestione della cosa pubblica, annunciando il pugno di ferro e quattro conferenze stampa su altrettante misure per i problemi della città, sostenendo come da Venezia debba partire una modernizzazione dello Stato.


VIA PIAVE
L'addentellato è l'incidente di domenica: Keoule Dembele, 25 anni del Mali, viene investito sulla ciclabile di via Dante dalla Polo di Alberto Crozzolin, 36 anni di Roncade (Treviso), alla guida dopo aver assunto cocaina. «Settimana scorsa avevamo fatto un Cosp su via Piave - dice Brugnaro - e quanto successo l'altro giorno ci lascia sbigottiti, un cittadino drogato a guida di un'auto in una pista ciclabile: poteva essere una strage. È un fatto che deve interrogare le nostre coscienze e che sembrerebbe casuale se non fosse successo in quella zona dove accade di tutto da mesi o anni.

Noi non molliamo, il sindaco si deve assumere delle responsabilità». Perché il sentore di sconforto chi vive nel Rione Piave è arrivato fino a Ca' Farsetti. «I cittadini, lo dimostrano anche gli ultimi fatti di via Piave, cominciano a non aver più fiducia in niente - ammette Brugnaro - perché per quanto noi facciamo, purtroppo la situazione di abbandono, anche di responsabilità dirette da parte di tutti, consente di vedere Mestre e la zona di via Piave in uno stato davvero di degrado serale». Ciò che il sindaco difende è il metodo: «Qualcuno fa bene a ricordarmi che non siamo ancora riusciti a raggiungere i risultati che auspicavamo - risponde piccato - ma noi non pensiamo di avere torto, siamo convinti che la legge e la presenza di uomini sul territorio dia la tranquillità necessaria. Chi pensa alle depenalizzazioni delle droghe fa confusione: a Mestre il costo delle dosi è il più basso in Veneto e questo attrae tossici da tutte le province vicine».


STRADE SICURE
Brugnaro ha risposto anche al consigliere Gianfranco Bettin (Verdi progressisti) che in un'intervista lo accusava di aver sbagliato strada e di non avere il coraggio di ammetterlo. «A Bettin rispondo che va fatto un ragionamento vero sulle motivazioni per cui una persona si droga o beve. Allora - l'affondo del sindaco - chiedo che vengano ripristinate le pattuglie dell'operazione Strade sicure, negli anni sono passate da tre a uno: se è un problema di costi siamo disposti a pagarli come città però non è possibile che avvengano sulle spalle dei cittadini. Chiedo l'istituzione di un corpo antidroga che vada a stanare le case per andare a capire dove vivono e dove spacciano i pusher, perché qualcuno spaccia da casa sua, per forza».

MOTO ONDOSO

La chiusa è su Venezia e il moto ondoso. «Ognuno fa quello che vuole. La realtà è che ci vogliono più uomini e mezzi in campo - attacca Brugnaro - Con la Capitaneria firmeremo un protocollo per installare un sistema di rilevamento sulle barche più grandi, quelle che muovono più onde. Anche qui ci possiamo interrogare tutti sul nostro ruolo, per dare un esempio e non per evitare i velox».


LA RES PUBLICA
«Alla fine del mio mandato mancano tre anni - aggiunge il sindaco - saranno nel segno del pugno duro: scoveremo e denunceremo quei cittadini che di nascosto fanno gli abbandoni di rifiuti e denunceremo chiunque transige alle regole civili». Il dito è puntato verso chi scambia Venezia per un parco giochi a cielo aperto. «Sono fatti di prepotenza: l'idea che uno si butti in canale, è un atto di prepotenza nei confronti della città. Sarà tutto sempre meno tollerato».

 

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