Batterio killer a Verona, raffica di sospensioni. Nel mirino direttore sanitario e medici

Batterio killer a Verona, raffica di sospensioni. Nel mirino direttore sanitario e medici
Batterio killer a Verona, raffica di sospensioni. Nel mirino direttore sanitario e medici
di Angela Pederiva
Giovedì 3 Settembre 2020, 03:00 - Ultimo agg. 4 Settembre, 14:21
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VERONA - Due minuti dopo la mezzanotte di ieri, la piccola Anna Maria è venuta al mondo all’ospedale della donna e del bambino di Verona. Un ritorno della vita a Borgo Trento, a due mesi e mezzo dalla chiusura per la bonifica, che non basta però a lenire il dolore e la rabbia per la morte di 4 dei 91 neonati colpiti dal Citrobacter, di cui erano contaminati i filtri dei rubinetti e i biberon del latte, secondo i riscontri della commissione ispettiva regionale, che evidenzia «una mancanza di comunicazione ad Azienda Zero e Regione Veneto» per almeno un anno e mezzo. Per questo il direttore generale Domenico Mantoan ha chiesto formalmente a Francesco Cobello, commissario dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata, l’adozione di «interventi urgenti conseguenti»: si profila così una raffica di provvedimenti disciplinari a carico dei presunti responsabili, a cominciare dalla sospensione del direttore sanitario Chiara Bovo, che potrebbe culminare nel suo licenziamento.

Batterio killer nell'ospedale di Verona, la relazione choc: “Infezione sottostimata, Citrobacter nei biberon e nel latte”

LA RELAZIONE
I toni della relazione, coordinata dal professor Vincenzo Baldo, sono molto duri rispetto alle carenze di informazione e di igiene. Viene rimarcato che «il primo evento si è manifestato nel novembre 2018», ma «nel corso del 2019 non vi sono state effettuate segnalazioni che abbiano permesso l’identificazione del problema», malgrado «i 3 casi manifestatisi» ad aprile, agosto e ottobre, tanto che «le informazioni degli eventi sono inizialmente state apprese esclusivamente da mezzi mediatici». Secondo gli ispettori, il reparto di è «trovato di fronte ad una contaminazione a partenza ambientale che ha portato ad una diffusione del patogeno, con comparsa di infezioni invasive, con una iniziale sottostima e con il riconoscimento tardivo del problema da parte dei medici della Tin (Terapia intensiva neonatale, ndr.) e con conseguente scarso coinvolgimento del Comitato Infezioni Ospedaliere almeno fino al 1° trimestre del 2020».

PALAZZO BALBI
Il centrosinistra attacca Palazzo Balbi. «In due anni, l’amministrazione non ha mosso un dito per capire cosa stesse accadendo», tuona la deputata Alessia Rotta (Partito Democratico). «Com’è possibile che dal novembre 2018 ad oggi si sia sviluppato un cluster epidemico senza che la Regione o Azienda Zero si accorgessero di nulla?», chiede il consigliere regionale Piero Ruzzante (Il Veneto che Vogliamo). L’assessore Manuela Lanzarin (Zaia Presidente) ribatte: «Cobello ci ha riferito di esserne stato informato alla fine di maggio e noi siamo stati avvisati l’11 giugno». Aggiunge il governatore Luca Zaia I(Lega): «Può accadere che negli ospedali ci siano infezioni temporanee, ma questa è una storia che si è trascinata per mesi, se non per anni. Il problema è che l’abbiamo saputo solo dai giornali. A quel punto ho parlato con la mamma di Nina (una delle piccole vittime, ndr.) e ho voluto una commissione di esperti indipendenti. Non spetta a noi giudicare, ma la relazione è lapidaria ed è già in Procura. Ora aspettiamo le controdeduzioni dell’Azienda ospedaliera, a cui comunque abbiamo chiesto di prendere i provvedimenti che le competono verso il personale».

LINEA DURA
Di fatto Mantoan ha ordinato a Cobello la linea dura, con un «pressante invito ad effettuare tutte le verifiche necessarie ad individuare eventuali responsabilità dei collaboratori e ad assumere tutti i provvedimenti urgenti consentiti dall’ordinamento, anche in via cautelare». Il destino del direttore sanitario Bovo pare segnato, in quanto «la risoluzione per inadempimento del contratto, espressamente disciplinata dalla legge, risulta non discrezionale e procedimentalizzata», anche se per evitare «un pregiudizio (o pericolo di pregiudizio) del buon andamento e dell’immagine della Pubblica Amministrazione», ne viene suggerita intanto «la sospensione». Quanto ai medici, «in capo ai quali possano individuarsi profili di responsabilità, si richiama il dovere di trasmissione degli atti all’Ufficio competente per i procedimenti disciplinari».

 

Batterio killer, il virologo Palù: "Resiste ai farmaci, fenomeno che nel 2050 ucciderà più del cancro"

Il batterio killer dell'ospedale Borgo di Trento a Verona è un patogeno presente "nell'intestino e nell'ambiente, normalmente innocuo che, però, può trasformarsi in killer" secondo Giorgio Palù , professore emerito di microbiologi e virologia all'università di Padova.

A causa del citrobacter nei rubinetti dell'acqua dell'ospedale sono morti 4 bambini.

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