L'étoile Abbagnato: «Una classe-show con tutti i danzatori italiani per chiedere un futuro meno “ballerino”»

L'étoile Eleonora Abbagnato al Teatro dell'Opera
L'étoile Eleonora Abbagnato al Teatro dell'Opera
di Simona Antonucci
Domenica 26 Aprile 2020, 19:01 - Ultimo agg. 22:36
5 Minuti di Lettura

Duecento danzatori da tutta Italia, dalla Scala di Milano all’Opera di Roma, dal San Carlo di Napoli al Teatro Massimo di Palermo, uniti in un unico, virtuale, corpo di ballo: «Per vederci, confrontarci, aiutarci, sentirci meno soli».

Eleonora Abbagnato, responsabile della danza al Costanzi ed étoile dell’Opéra di Parigi («Dopo l’appuntamento di dicembre è slittato anche il secondo gala di addio al teatro francese, previsto per maggio: il destino mi sta forse dicendo qualcosa?»), chiama a raccolta i colleghi.

 

 


Lunedì 27 aprile, alle ore 11, tenuti insieme dalla rete del web, s’incontreranno per compiere dei primi passi, non leggeri come quelli con cui attraversano il palcoscenico, ma gravi e solenni come le paure e le incertezze per il futuro del settore ancora molto, troppo ballerino.

In punta di piedi, “armati” di sbarre casalinghe, in sale da pranzo trasformate in sala prove, danzatori giovanissimi, insieme con i responsabili degli ultimi quattro corpi di ballo superstiti nelle Fondazione liriche italiane, star come Roberto Bolle, Alessandra Ferri, e coreografi come Luigi Bonino (assistente ai balletti di Roland Petit), si collegheranno con Laurent Novis, grande Maestro dell’Opéra de Paris, per una web lezione, di ballo, ma anche di umanità, solidarietà e serietà (il video sarà disponibile sui social dei partecipanti).

Una classe-show (o uno show di gran classe): «Un appello, con la leggerezza di un varietà, per ricordare che anche noi abbiamo bisogno di ripartire. Da quasi due mesi», spiega Abbagnato che ogni giorno è stata accanto (online) alla sua squadra romana, «i nostri spettacoli sono stati cancellati, le prove interrotte e non sappiamo quando potremmo tornare in sala e sulla scena. Questo momento storico, che nessuno ha mai dovuto fronteggiare neppure durante le guerre del secolo scorso, ci costringe a riflettere anche sul nostro patrimonio culturale e artistico che ci ha permesso di primeggiare in tutto il mondo. È arrivato ora il momento di pensare ad azioni comuni, di far sentire la nostra voce, per salvare la danza».

«In questo frangente», aggiunge Giuseppe Picone, responsabile del Ballo al San Carlo, «i lavoratori dello spettacolo dal vivo sono in grande difficoltà, come la maggior parte dei lavoratori di ogni settore produttivo italiano. I Teatri sono stati tra i primi a essere chiusi per fronteggiare il Covid19 e potrebbero essere gli ultimi a riaprire, con enormi difficoltà finanziarie. La situazione dell’arte della danza era già in crisi, ma ora è precipitata e ci sono intere famiglie in ginocchio. Rispettando le regole, dovremmo prevedere un rientro a Teatro, speriamo a settembre».


«La danza è parte della cultura del nostro Paese, è vita, emozione, dai più piccoli allievi delle scuole ai grandi professionisti. E lo è anche per il pubblico, assiste agli spettacoli», interviene Frederic Olivieri,  direttore del corpo di ballo del Teatro La Scala, «Siamo tutti tesi a lavorare per la ripartenza: ecco quindi  un pensiero  di speranza per il futuro e di fiducia nel  domani, quando  potrà proseguire quel  percorso che  ha dato e continuerà a dare a tutti noi emozioni e orgoglio»

Il settore della danza è fortemente legato a un allenamento atletico ferreo e a spazi adeguati. «Fa molto male», continua l’étoile palermitana, «vedere come si parli così poco della grave situazione in cui versano le nostre Fondazioni e le Scuole di Danza. Noi siamo abituati alla disciplina. Sappiano che cosa vuol dire attenerci alle regole. Le nostre giornate spesso si consumano tra teatro e casa, avanti e indietro. Sapremmo rispettare quanto stabilito dal Governo all’interno di una sala prove e sapremmo anche reinventare spettacoli che mantengano in scena le distanze dovute. Nella Morte del Cigno, momento iconico della storia della coreografia mondiale, c’è un solo artista sotto i riflettori».

«Si potrebbe pensare», aggiunge Marco Bellone, responsabile del corpo di ballo del Massimo di Palermo, «a un progetto che si adatti alle regole, a una produzione compatibile. L’idea sarebbe quella di una nuova creazione che comprenda quattro “Quadri” diversi su di un unico tema. Ogni Corpo di Ballo ne svilupperà uno, affidandone a un coreografo italiano la creazione, utilizzando le restrizioni con fantasia. Una produzione che veda unite per la prima volta le compagnie stabili da presentare nelle rispettive stagioni estive di ogni teatro. Un “ponte” prima della ripresa autunnale».

«Io sono ottimista», interviene Davide Bombana, coreografo, ambasciatore della danza italiana nel mondo, «da parte del pubblico italiano c’è sempre stato un enorme interesse e amore verso questa forma d’arte. Negli anni ‘80, Nureyev, Fracci e Béjart e ora Bolle, Ferri ed Abbagnato hanno dimostrato come interi stadi possono essere riempiti da fan. Penso sia ora compito delle Istituzioni prendere in considerazione più seriamente il settore e promuoverlo in modo più efficace».

Idee, speranza, energia e determinazione: tutti insieme, il 27 aprile, a suon di Rond de Jambe e Grand battement, faranno ballare il web chiedendo strategie a sostegno degli artisti e risorse urgenti che coprano almeno in parte i mancati guadagni. «Un segnale positivo ai ragazzi affinché non si scoraggino in questo momento buio e un messaggio forte al Paese: la Danza», conclude Eleonora Abbagnato, «deve continuare a esistere».

© RIPRODUZIONE RISERVATA